Un progetto di portata mondiale che coinvolgerà Asia, Europa, Medio Oriente e Africa e porterà al miglioramento dei collegamenti via terra e via mare con significativi effetti sulle economie di tutti i Paesi coinvolti, in primis la Cina. Si tratta della Belt and Road Initiative (BRI) con cui il governo cinese intende sviluppare i corridoi commerciali strategici per raggiungere nuovi obiettivi di crescita. Lanciata nel 2013 dal Presidente cinese Xi Jinping, la BRI è entrata a far parte della Costituzione del Partito Comunista cinese in occasione del congresso svoltosi nell'ottobre 2017. Un passo che certifica un impegno di lungo periodo con allocazione di ingenti risorse da parte di una delle economie più importanti del pianeta.

 

"La Belt and Road Initiative sembra imperniata sulla Cina, ma in realtà offre una grande opportunità agli investitori obbligazionari con prospettive multiregionali - spiega Ken Hu, chief investment officer fixed income Asia Pacific di Invesco e gestore del nuovo Invesco Belt and Road Debt Fund. Nel quadro di questa iniziativa - sottolinea inoltre Hu - la Cina ha investito enormi capitali a lungo termine in tutta l’Asia, in Africa, nel Medio Oriente e in Europa, risvegliando il grande interesse di Stati Uniti, Europa, Regno Unito e Giappone ad aumentare gli impegni di capitale nella regione. Sono così emersi temi d’investimento a lungo termine."

Il fondo investe dunque in emissioni obbligazionarie di realtà che beneficiano in modo diretto del progetto BRI, nella pluralità di Paesi e settori interessati. "Non solo infrastrutture e trasporti - fa notare Yifei Ding (nella foto), portfolio manager di Invesco, in Italia per presentare il nuovo strumento agli investitori - ma crescita dei consumi, incremento della produzione agricola, di energia e materie prime e miglioramento della solidità finanziaria. Questo perché - prosegue - il fondo non è catalogabile come investimento diretto sulla Cina, ma offre esposizione a tutte le realtà economiche che beneficieranno dell'iniziativa."

 

Il gigante asiatico è ovviamente in prima linea nello sviluppo del progetto ma segnali di importanti finanziamenti nella regione "Belt and Road" arrivano anche da Stati Uniti, Europa e Regno Unito. La CNN ha calcolato che la BRI coinvolgerà potenzialmente progetti in 68 Paesi in tre continenti, coprendo il 65% della popolazione mondiale e il 40% del PIL mondiale al 2017. La Cina è attualmente in testa degli investimenti, che secondo le stime di Invesco ammonteranno a 150-200 miliardi di dollari USA nei prossimi dieci anni.

 

"Il fondo - si legge nella nota emessa dalla società in occasione del lancio del fondo - investe principalmente in obbligazioni sovrane in dollari USA, obbligazioni societarie investment grade e high yield di emittenti selezionati che potrebbero beneficiare, direttamente o indirettamente, dei crescenti flussi commerciali e di capitali attirati dalla BRI. Il fondo mira a rendimenti totali di lungo termine tramite un approccio flessibile all’investimento top-down e bottom-up, con allocazioni geografiche attive e la possibilità di esplorare un’ampia gamma di titoli, senza vincoli di benchmark. Il fondo può investire fino al 10% in azioni della regione BRI. È attuata una importante gestione del rischio per limitare la volatilità e la liquidità sarà aumentata tatticamente fino al 30% in previsione di un incremento dei rischi di mercato. Il fondo esclude le obbligazioni di paesi che hanno i rating ESG peggiori."