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Rallentamento ma senza recessione, il 2019 della stabilizzazione

12/21/2018

Si tratta di un cambiamento importante che richiede tempo con scelte di investimento implementate in un orizzonte temporale più ampio


La confusione che ha caratterizzato gli ultimi mesi del 2018 è destinata a placarsi all'inizio del prossimo anno. I dati macro che verranno pubblicati infatti  che evidenzieranno un'espansione economica sia a livello mondiale che regionale (Europa e USA). Gli operatori, infatti, sono passati dal delineare uno scenario di crescita forte, a ipotizzare una recessione, mentre appare più plausibile una fase anche molto lunga di leggero rallentamento o consolidamento della crescita in corso

 

Secondo l'analisi del team investimenti di Pramerica SGR evidenzia come i fattori politici hanno inciso in maniera significativa sui mercati finanziari. Dalle prossime settimane si distenderanno le relazioni tra USA e Cina e anche tra Bruxelles e Roma. 

 

Lo scenario centrale, perciò, resta quello di un rallentamento e non di una recessione imminente. L’elemento importante è dato dal fatto che, nonostante questa fase di rallentamento, l’economia appare in grado di generare inflazione e ciò costituisce un fattore di estrema importanza per i Paesi caratterizzati da un elevato debito pubblico.

 

"Nelle ultime settimane diverse asset class hanno raggiunto livelli di prezzo compatibili con uno scenario recessivo; appare plausibile un recupero che ridimensioni in maniera significativa quei movimenti che sono andati oltre la reale valenza del quadro macro" secondo il team.

Nello specificio, andando a guardare l'azionario, questa pare l'asset class maggiormente toccata dai timori di recessione e di conseguenza dovrebbe beneficiare maggiormente della presa d’atto da parte degli investitori che la prospettiva macro si limita a un rallentamento.

 

Relativamente ai governativi italiani, l’idea implementata nei portafogli è stata quella di accumulare posizioni sulla debolezza dell’asset class, nella convinzione che il prezzo si fosse allontanato troppo dai valori fondamentali. Nelle scorse settimane lo spread ha superato abbondantemente il livello di 300 punti base ma attualmente è tornato sotto questa soglia. In questo senso il BTP sta probabilmente terminando la fase di riduzione dei rendimenti. Il prossimo miglioramento in termini di spread deriverà probabilmente dal rialzo dei rendimenti del Bund.

 

In conclusione, spiegano gli esperti di Pramerica, il 2018 appare un anno di transizione verso una situazione in cui la crescita si va stabilizzando senza mostrare frenate recessive. Questo mutamento di scenario ha generato delle incertezze negli investitori e delle difficoltà a interpretare esattamente il cambiamento stesso, provocando dei disallineamenti di prezzo anche significativi. Molto probabilmente, il 2018 andrà letto insieme al 2019 come il biennio nel quale alcune asset class devono essere prezzate in funzione di una stabilizzazione e non più di un’accelerazione della crescita economica e, allo stesso modo, altre asset class devono essere prezzate in termini di stabilizzazione e non di recessione.

 

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