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Gestore della settimana: "C'è troppo pessimismo sui mercati. Ecco perché"

1/21/2019

Steven Andrew, gestore del fondo M&G Income Allocation, ha presentato la sua view sui mercati per il 2019


Il 2018 è stato un anno da dimenticare, con tutte le principali asset class in negativo: -10% l'azionario paesi emergenti, -7% l'azionario dei paesi sviluppati e -4% i Treasuries a 30 anni- Paradossalmente chi avesse comprato i Bund a inizio anno, per poi rivenderli a fine 2018, avrebbe guadagnato l'11%. "Gli investitori hanno preferito andare alla ricerca di porti sicuri, spaventati da narrazioni che hanno amplificato i rischi. La mia view, infatti, per quest'anno è che l'attuale livello dei prezzi delle asset class le rendono davvero più attraenti, come l'azionario giapponese" spiega Steven Andrew (nella foto), gestore del fondo M&G (Lux) Income Allocation, che ha presentato nei giorni scorsi la sua view sui mercati per il 2019 a Milano, durante un incontro con gli investitori professionali.
 
"Nel 2018 sull'azionario si sono raggiunte valutazioni che, in genere, anticipano una recessione a livello globale, ma se guardiamo i fondamentali ciò non trova giustificazioni. Se diamo un'occhiata più da vicino ai fondamentali, possiamo notare come gli utili continuino ad essere robusti. Gli investitori lo scorso anno, inoltre, erano preoccupati anche da una possibile accelerazione della Fed, che però a fine dicembre è stata costretta a mostrare una maggiore prudenza. Il livello dei tassi negli USA, tuttavia, resta il fattore di rischio numero uno da tenere in considerazione per i prossimi mesi. Anche la narrazione della guerra commerciale tra Usa e Cina ha prodotto distorsioni sui prezzi che sono forse eccessive, considerando che gli scambi commerciali reggono e che i dazi hanno un impatto complessivamente limitato".
 
Quanto alla Brexit, la cui portata del cambiamento resta imprevedibile, Andrew ricorda che il rischio principale per gli investitori è la nascita di un governo anti-capitale, ma per ora questo rischio sembra piuttosto ridotto". Il gestore si è soffermato anche sulla situazione italiana, in particolare su quella che chiama la "narrazione dello scontro tra Italia e Ue". "Senza dubbio il nuovo governo ha assunto un atteggiamento di sfida nei confronti dell'Europa, ma persino in questo caso dobbiamo considerare quello che sarebbe il rischio numero uno per gli investitori e per la Ue stessa e cioè le probabilità di una Italexit, che per ora restano basse. I principali sondaggi che abbiamo consultato ci dicono che la maggior parte degli elettori è favorevole alla permanenza del paese all'interno dell'area euro e se ci fosse un referendum, la maggior parte della popolazione non voterebbe come i britannici", sottolinea Andrew, secondo cui le preoccupazioni per il bilancio italiano sono "forse eccessive", nonostante l'elevato indebitamento.
 
Parlando delle opportunità, per Andrew la volatilità "ha creato opportunità nell'azionario e nelle obbligazioni dei paesi emergenti, mentre gli asset rifugio tradizionali offrono scarse prospettive di remunerazione e una scarsa diversificazione". Stante le attuali valutazioni, Andrew reputa interessanti anche i titoli bancari europei, soprattutto di società con bilanci più robusti, comprese gli istituti italiani più solide.

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