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2/26/2019
Quando i cittadini del Regno Unito si sono svegliati il 24 giugno 2016 con la notizia che il Paese aveva votato per lasciare l'UE, non potevano sapere che, due anni e mezzo dopo, il futuro delle relazioni tra Londra e Bruxelles sarebbe stato ancora poco chiaro. E che a poco più di un mese dalla presunta data d’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea sembra sempre più improbabile che i politici inglesi possano giungere a una versione concordata di Brexit in grado di avere il sostegno della maggioranza dei parlamentari.
Quindi, cosa succederà e come dovrebbero reagire gli investitori? "Finora, il tasso di cambio ha retto l'urto, con un calo di circa il 10% dal referendum, le azioni del Regno Unito sono state probabilmente leggermente più deboli di quanto ci si sarebbe aspettato, mentre il comparto obbligazionario è stato probabilmente più solido, in quanto i policy makers della Bank of England hanno impedito l'aumento dei tassi d'interesse. Se il no deal fosse escluso, probabilmente si avrebbe un lieve rialzo degli asset in sterline, ancora maggiore se Brexit fosse completamente ribaltata" spiega Peter Westaway (nella foto), chief economist di Vanguard Europe.
"Ma la minaccia di una Hard Brexit, o addirittura del No Deal, fa si che per gli asset britannici vi siano ancora rischi al ribasso. Non avendo la sfera di cristallo, la scelta di un portafoglio di azioni e obbligazioni ben equilibrato e diversificato a livello globale è oggi più opportuna che mai. Molto meglio guardare alle notizie con gli occhi di un cittadino interessato piuttosto che con quelli di un investitore pronto a sfruttare qualsiasi opportunità" conclude Westaway.
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