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Anima scuote il gestito e apre a Mediobanca

3/26/2019

L'ad Carreri: “Il nostro mercato attraversa una fase in cui la dimensione diventa sempre più un fattore critico per poter competere nel nostro Paese come su scala globale”


Crescere per non morire. In sintesi è questo il messaggio lanciato da Marco Carreri, amministratore delegato di Anima, all’industria del risparmio gestito in Italia. Nella sua lunga intervista concessa a Il Sole 24 ore, oltre a tracciate le future strategie della Sgr, spiega che “il mercato del risparmio è ciclico: quando è in espansione lo si può cavalcare attraverso una crescita organica, ma ora attraversa una fase in cui la dimensione diventa sempre più un fattore critico per poter competere nel nostro Paese come su scala globale”.

Carreri, ricordando la possibilità che Anima, alcuni anni fa, potesse diventare il campione del risparmio gestito in Italia, spiega che all’epoca “il sistema Paese cercava di difendersi da mani straniere che stavano insidiando un asset così rischioso come il risparmio. L’idea di costituire una realtà che avesse le caratteristiche di Amundi in Francia si è però ridimensionata: oggi non esistono più quelle condizioni favorevoli, non ci sono neppure gli stessi pericoli e la questione non sembra prioritaria nell’agenda politica”.

L’ad passa poi passa ad illustrare i piani di Anima che sono senz’altro ambiziosi, come quello di proporsi nel “ruolo di aggregatore cercando altri operatori che condividano gli stessi obiettivi per creare un soggetto di dimensioni estremamente rilevanti, in grado di sviluppare le competenze migliori, attrarre i migliori talenti ed effettuare investimenti a lungo termine”. In modo da “proteggere, tutelare e sviluppare quel risparmio privato che resta un asset fondamentale per il Paese”.


Per fare questo, il numero uno di Anima, passa in rassegna i partner per eventuali future operazioni: Arca, Kairos e soprattutto Mediobanca. Nello specifico, sul dossier Kairos, di fatto l’unica sgr ufficialmente sul mercato, Carreri sottolinea come "gran parte delle loro competenze si sovrappongano alle nostre. Questo significa che un’eventuale operazione sarebbe sì in grado di portare in dote masse gradite, ma non vediamo nuovi sbocchi distributivi e quella complementarietà accessoria che ricerchiamo. Arca resta un bel progetto, lo diciamo da sempre perché si combina in modo naturale e perfetto con la nostra realtà".


Mediobanca? “Di certo non sarebbe una follia. Sviluppano un business del credito al consumo nello stesso modo in cui noi facciamo col risparmio gestito, sono una realtà italiana e non si disturberebbe nessuno degli equilibri del Paese. E’ un’operazione che cercherei di sviluppare. Perché no?”. Anima ha lanciato la palla, vedremo chi sarà in grado di raccoglierla.

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