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Dalla trade war al G20, gli scenari di Aberdeen SI

6/27/2019 | Redazione Advisor

L'intervista a Tony Peng, senior investment manager – multi-asset investing, Asia Pacific della società


Guerra commerciale tra USA e Cina in vista del vertice G20 in programma a Osaka il 28 e il 29 giugno 2019. Cosa ci attende? Fa il punto Tony Peng, senior investment manager – multi-asset investing, Asia Pacific di Aberdeen Standard Investments.

Ritiene che Trump e Xi troveranno un accordo per limitare la guerra commerciale o, addirittura, per annullarla?

Non prevediamo ulteriori aumenti tariffari in questa fase, ma non ci aspettiamo nemmeno un accordo imminente o un alleggerimento delle tariffe. Lo scenario più probabile è che le due parti facciano un passo distensivo e continuino a negoziare, ritardando tariffe addizionali. In ogni caso, la probabilità di un fallimento dei negoziati – che porterebbe a tariffe più elevate – segue da molto vicino.

 

Quali sono gli esiti più probabili della loro discussione e da dove potrebbero arrivare i maggiori benefici da una buona risoluzione?

Nella nostra analisi, abbiamo identificato quattro possibili scenari e attribuito a ciascuno la relativa probabilità.

Gli Stati Uniti e la Cina trovano un accordo prima della scadenza del 1° luglio, evitando l’imposizione di ulteriori tariffe (20%). Gli Stati Uniti e la Cina non rispettano la scadenza del 1° luglio, ma si accordano per continuare i negoziati e l’imposizione di una successiva tranche di tariffe è posticipata (35%). Gli Stati Uniti e la Cina non rispettano la scadenza del 1° luglio, ma accettano di continuare i negoziati, con l’imposizione immediata della successiva tranche di tariffe (15%). Gli Stati Uniti e la Cina non rispettano la scadenza del 1° luglio, i negoziati si interrompono e si procede all’imposizione della successiva tranche di tariffe (30%). L'economia globale esce sconfitta de questa controversia commerciale. Il sentiment negativo sta rappresentando un freno. I volumi degli scambi commerciali e la crescita della produzione hanno subito un rallentamento e le indagini sul business sentiment si sono notevolmente deteriorate, con conseguente indebolimento del portafoglio ordini. Una risoluzione positiva darebbe quindi un sostegno all'economia globale. In termini di settori, i principali beneficiari sarebbero la tecnologia e l'industria manifatturiera, ora in palpabile difficoltà a causa delle tensioni commerciali e del rallentamento della crescita globale.

Quali sono i maggiori rischi di un mancato accordo? Per chi le conseguenze peggiori?

In caso di ulteriore deterioramento delle relazioni bilaterali si potrebbe generare un più profondo senso di sfiducia con ulteriori implicazioni negative per il commercio, per la tecnologia e per il settore finanziario. Ovviamente, i mercati azionari della Cina continentale e di Hong Kong subirebbero una pressione al ribasso, così come i settori legati al commercio e, più in generale, i mercati finanziari. Crediamo che le azioni e le valute dei mercati dipendenti dalle esportazioni, come Taiwan e Corea del Sud, sarebbero particolarmente colpite. In termini di valuta rifugio, lo yen dovrebbe rafforzarsi, danneggiando però il mercato azionario giapponese.

 

State modificando il portafoglio di investimento in previsione dei risultati del G20?

A inizio maggio la nostra esposizione al rischio era bassa e verso la fine del mese abbiamo aumentato le nostre esposizioni sulle azioni Usa e cinesi, ritenendo che il mercato avesse già ampiamente scontato i rischi legati alla guerra commerciale. Da allora, entrambi i mercati sono cresciuti, anche se riscontriamo che tra gli investitori si sta diffondendo un senso di compiacenza.

Per quanto riguarda i mercati globali, riteniamo che l'orientamento della Federal Reserve sia più significativo dell'incontro al G20 tra i presidenti Trump e Xi. Se il rallentamento dell'economia globale dovesse procedere sul sentiero dell'incertezza, vi sarebbe maggiore spazio per un calo dei rendimenti obbligazionari globali, perché la Fed avrebbe più ragioni per essere più accomodante, dando alle altre banche centrali più spazio per allentare la politica monetaria. È interessante notare che il mercato delle obbligazioni governative cinesi non ha registrato un rally come altri suo pari, il che lo rende un'opzione interessante per il reddito fisso. In scia alle evoluzioni della riunione del G20, continueremo a monitorare le nostre posizioni azionarie, facendo ricorso a derivati per gestire la volatilità. Stiamo anche adeguando le posizioni valutarie nei mercati sopra menzionati.

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