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7/2/2019
Bruno Crastes (nella foto), fondatore di H2O Asset Management, ha incontrato gli investitori a Milano lunedì 1 luglio. Lo riporta il Sole 24 ore che ha pubblicato un'intervista in cui il super gestore dice che "per noi i clienti italiani sono fondamentali" e "abbiamo ottime relazioni con questo paese". "Sono sicuro che da questa situazione usciremo più forti di prima" ha aggiunto Crastes. H2o è finita nel mirino della stampa dopo un articolo pubblicato sul FT che accendeva i riflettori sulle posizioni illiquide dei fondi H2o (controllata al 50,01% da Natixis), pari a circa 1,4 miliardi di euro nominali valutati circa 1 miliardo nei portafogli e un conflitto di interessi del fondatore Crastes.
Ecco, in merito al conflitto di interessi con Tennor, la società del controverso finanziere tedesco Lars Windhorst, ha specificato di essere entrato nel loro advisory board "per permettere, in qualità di investitore, di avere una completa visibilità sul loro parco di aziende clienti". "Non ero pagato per quell'incarico e non avevo poteri esecutivi, facevo solo supervisione" ha aggiunto. Quanto ai titoli illiquidi, Crastes ha detto che "al massimo siamo arrivati ad avere questo tipo di titoli per 1,4 miliardi di euro su un totale di 34 miliardi di attivi in gestione. A fronte di questi, il 95% del portafoglio è sempre stato liquidissimo. Ora il 98%. E adesso che il polverone si sta calmando, posso dirle che abbiamo superato lo stress test: le nostre performance sono ancora positive, i riscatti ormai sono pochi e stanno tornando le sottoscrizioni sui nostri fondi". La società ha inoltre spiegato ad AdvisorOnline.it che la situazione si sta tranquillizzando con “pochi riscatti” e comunque senza applicare commissioni di uscita.
Per calmare il mercato ( i riscatti in pochi giorni sono stati di circa 6 miliardi, facendo scendere le masse da 34 a 28 miliardi di euro) H2O ha venduto titoli illiquidi in un solo giorno per circa 300 milioni. Alla domanda su come sia riuscito a fare questa operazione, Crastes dice di non poter dire chi li ha acquistati "è confidenziale" e "che dopo aver svalutato i rimanenti, ne abbimo per meno del 2% dell'intero portafoglio". A comprare i titoli, ha dichiarato Crastes, sono stati "tre investitori" di cui non fa il nome.
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