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8/6/2019
Per la prima volta negli ultimi dieci anni, lo yuan cinese (CNY) è sceso sotto 7 rispetto al dollaro USA, un livello ampiamente considerato come una soglia limite per la valuta. Perché lo yuan si sta deprezzando? "La mossa fa seguito alla decisione del Presidente Trump di venerdì scorso di imporre dazi al 10% su 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi. Non si tratta di una coincidenza. Invece di fare marcia indietro in risposta agli Stati Uniti, la Cina sta alzando la posta in gioco" spiegano Keith Wade e Craig Botham, rispettivamente capo economista ed economista senior specializzato nei mercati emergenti di Schroders.
I due esperti ricordano che il tasso di cambio era nell’agenda dei negoziati commerciali e la Cina si è astenuta dal permettere il deprezzamento della moneta mentre le trattative sembravano compiere dei progressi. Oltre alla mossa sullo yuan, Pechino ha anche chiesto alle società di proprietà statale di sospendere gli acquisti di importazioni agricole dagli USA. Come stanno reagendo i mercati? "Come accaduto in occasione dell’ultimo periodo di timori legati allo yuan nel 2015, i mercati hanno reagito negativamente. Gli asset rischiosi hanno registrato un sell-off, mentre gli asset rifugio come i Titoli di Stato e lo yen giapponese sono andati in rally" proseguono i due esperti.
Quali, invece, potrebbero essere le implicazioni per l’outlook globale? "Oltre a un dollaro USA più forte, questo contesto potrebbe anche spingere la Federal Riserve a tagliare i tassi più velocemente e più incisivamente. Una tale mossa potrebbe essere ben accolta dal Presidente e, sebbene egli possa cambiare la sua decisione sui dazi con un tweet, sarebbe difficile non arrivare alla conclusione che ha calcolato male la reazione della Cina" concludono Wade e Botham.
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