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Coronavirus, l'importanza dell'investimento sostenibile

4/8/2020 | Lorenza Roma

In questo periodo di crisi causata dalla diffusione del Coronavirus, la risposta ESG è fondamentale. Il commento di Robeco


La diffusione del Coronavirus ha avuto effetti devastanti per l'economia. Il commento di Masja Zandbergen, head of sustainability integration di Robeco, sull'impatto dell'epidemia su diverse tematiche ESG. L’emergenza coronavirus è collegata all’investimento sostenibile? Secondo l'esperto, tra trend di lungo termine, come la crescita e l’invecchiamento della popolazione e la perdita di biodiversità (che potrebbe esporre l’uomo a virus sconosciuti), naturalmente c’è un legame. Ma questi trend di lungo termine sono rimasti identici a prima della crisi. Anzi, la crisi attuale conferma che lo sviluppo sostenibile è l’unico cammino da seguire.

 

L’altissimo prezzo pagato in termini di vite umane, ma anche la completa paralisi economica e il sostanziale crollo dei mercati provocati dalla diffusione del virus e dal conseguente lockdown hanno costretto le aziende a una certa rapidità nel prendere decisioni su cui in passato tentennavano. Ma tuttavia, gli effetti di lungo termine della battuta d'arresto si vedranno solo in seguito. La Dichiarazione degli investitori sulla risposta al Coronavirus - firmata da 195 investitori di tutto il mondo (tra cui Robeco) - chiede alle società di concedere congedi retribuiti laddove necessario, di dare priorità alla salute e alla sicurezza, di mantenere i rapporti con dipendenti, fornitori e clienti e di usare prudenza nelle questioni finanziarie.

 

Secondo Zandbergen, le due questioni principali dal punto di vista dell’ESG sono la gestione del capitale e le retribuzioni. Anche qui, nulla di nuovo per chi investe in sostenibilità. Ma vista la situazione attuale, la valutazione della prudenza delle società in termini di distribuzione dei dividendi e di riacquisti di azioni sarà da operare caso per caso. Come affermato da Glass Lewis, per le società caratterizzate da buone strutture retributive, la sfida sarà mantenerle tali, mentre le aziende con programmi meno solidi saranno costrette a scegliere tra lasciare le cose come stanno oppure cambiare direzione, scatenando le ire degli azionisti.

 

Sul fronte dei mercati finanziari e dell’economia in generale, governi e banche centrali stanno facendo tutto il possibile per mantenere a galla i rispettivi sistemi economici. In termini monetari e fiscali, la loro risposta ha una portata senza precedenti e punta a limitare la paralisi. Nel lungo termine, però, è probabile che servano nuovi incentivi per favorire la ripresa. I governi hanno l’opportunità di coniugare lo stimolo economico con lo sviluppo sociale e ambientale - grande priorità, al momento, visto che il calo del petrolio potrebbe infatti penalizzare gli investimenti nelle rinnovabili.

 

Negli USA, i maggiori esperti di clima e cambiamenti sociali in ambito universitario e civile hanno redatto un piano di incentivi green finalizzato a rilanciare l'economia e basato sul progresso sia sociale che ambientale. Alcune delle idee presentate favoriscono la creazione di posti di lavoro nei settori dell’energia pulita, del retrofit degli edifici e dell’edilizia abitativa sostenibile. Altre puntano a far nascere economie alimentari locali, a contribuire alla manutenzione e all’operatività del trasporto pubblico, così come alla produzione di apparecchiature e veicoli elettrici. In Europa, gli incentivi per gli investimenti ecologici potrebbero favorire l’adesione agli obiettivi prefissati in termini di emissioni di carbonio. Volendo spingersi oltre, i settori pubblico e privato potrebbero contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, finanziando questo tipo di investimenti attraverso l’emissione di obbligazioni verdi e sociali. Secondo S&P Global, al momento le obbligazioni green ammontano a meno dello 0,1% delle emissioni sovrane complessive: il margine per finanziare eventuali incentivi sociali ed ambientali è quindi ampio.

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