Tempo di lettura: 2min

La ricetta di Foti per rilanciare il risparmio gestito

5/5/2020 | Redazione Advisor

L’a.d. di Fineco “Per recuperare terreno è necessario creare un ecosistema favorevole, in termini di norme, regolamentazioni e interlocuzioni fluide”


"Fineco nasce digitale, ma quello che allora era sperimentale adesso è diventato il modo principale di comunicare. Le imprese diventano più efficienti con questa nuova modalità la cui trave portante è l'utilizzo preponderante dei canali digitali. La storia ci mostra che eventi tragici e dolorosi si trasformano in acceleratori giganteschi". Lo spiega Alessandro Foti, amministratore delegato di Fineco, in un’intervista al Foglio.

E sull’uscita da Unicrediti dice: "E' stato un azionista rispettoso non ho nulla di cui lamentarmi. Certo è che fuori dal gruppo abbiamo guadagnato flessibilità, agilità, capacità di reagire immediatamente ai cambiamenti. Diventare indipendenti è stato fondamentale. E' come correre la maratona con uno zaino pesante sulle spalle oppure senza zaino".

La crisi spinge alla massima cautela, a tenere i soldi sotto il materasso. Ci sono 1.500 e più miliardi di euro nei conti correnti che non fruttano un centesimo. "L'Italia ha un grande risparmio non solo un grande debito. Ma anche una cultura finanziaria che resta ancora arretrata rispetto ad altri Paesi. Facciamo qualche conto. La ricchezza patrimoniale delle famiglie italiane ammonta a circa 10 mila miliardi di euro; 5,5 sono investiti in case e terreni, 800 miliardi sono partecipazioni finanziarie, mille miliardi vanno a fondi pensione e Tfr, dunque restano 2 mila e 600 miliardi che, come si vede, è più del debito pubblico. Se venissero impiegati in modo tale da fruttare l'un per cento in più, i risparmiatori otterrebbero 26 miliardi l'anno che in dieci anni, con l'effetto della rivalutazione, arriverebbero a 300 miliardi. E' una stima prudente, perché si può fare di meglio".

Si dice che il risparmio italiano è minacciato e va protetto. "Minacciato da chi, dagli stranieri? E' minacciato dal comportamento dei risparmiatori. Quanto agli stranieri, si sono già appropriati di una buona fetta di risparmio perché l'Italia ha perduto l'industria del risparmio gestito. Le aziende sono emigrate visto che hanno trovato condizioni migliori". Incentivi fiscali? "Non solo e non sono i più importanti. La Francia non è l'Olanda, eppure Amundi è la numero uno in Europa".

Qual è la ricetta giusta? "Creare un ecosistema favorevole, in termini di norme, regolamentazioni, interlocuzioni fluide. E' il concetto del distretto, come per l'industria manifatturiera, e dovrebbe valere anche per l'industria del risparmio". E' stata un'occasione perduta, può diventare un'occasione ritrovata; un altro pensiero al mondo che verrà, a come saremo o meglio a come potremmo diventare”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?