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Coronavirus, le cinque fasi del lutto post crisi

5/25/2020 | Lorenza Roma

L'analisi di T. Rowe Price sulla sequenza di emozioni sperimentate dai malati terminali o dalle persone che hanno perso uno dei propri cari


Il modello Kübler‑Ross, più conosciuto come "le 5 fasi del lutto", delinea la sequenza di emozioni sperimentate dai malati terminali o dalle persone che hanno perso uno dei propri cari. Partendo dalla negazione, il modello descrive il percorso attraverso ciascuna delle fasi successive: rabbia, contrattazione, depressione e accettazione. Un simile processo, con qualche aggiustamento, può essere osservato anche nelle crisi di mercato – compresa quella attuale, nella quale a mio avviso ci troviamo alla quarta fase. Yoram Lustig, head of multi-asset solutions EMEA, di T. Rowe Price le spiega una per una.

 

1. Negazione. Sebbene il mercato obbligazionario non potesse anticipare una pandemia, di fatto ci aveva avvertito di un possibile pericolo. In ogni caso, l’aspetto più importante è che mentre il virus dilagava in Cina, l’Occidente ha continuato a ‘negare’: la provincia di Hubei è stata messa in quarantena, è stato costruito un ospedale in una settimana, l’economia nazionale cinese è stata bloccata, ma abbiamo continuato a pensare che il coronavirus fosse poco più che un’influenza. Per renderci conto della portata della crisi abbiamo dovuto toccarla con mano in Europa e negli USA e solo allora abbiamo superato la fase di negazione.

2. Rabbia. I mercati ribassisti solitamente iniziano con un vertiginoso calo dei prezzi degli asset rischiosi – in questo senso, paura o panico sarebbero termini più appropriati di ‘rabbia’ per descrivere questa seconda fase. Quando i mercati perdono fiducia, il sentiment si deteriora e gli investitori scaricano gli asset rischiosi in favore di quelli difensivi, mentre la liquidità evapora, peggiorando la situazione.

3. Contrattazione. Il termine può avere due significati nell’ambito delle crisi di mercato. Innanzitutto, si può riferire ai primi tentativi di affrontare e fare i conti con la crisi in corso. Nel caso del coronavirus, le banche centrali hanno reagito velocemente adottando misure di stimolo monetario senza precedenti, a cui sono seguite misure fiscali altrettanto straordinarie da parte dei governi. L’operato delle autorità ha fatto sì che i mercati, invece di prezzare in modo irrazionale sviluppi catastrofici, abbiano iniziato a cercare di valutare gli sviluppi possibili. Nella situazione attuale la fase di contrattazione potrebbe essere finita, o potrebbe essere ancora in corso e assumere una forma a ‘W’, con rally e crolli alternati.

4. Depressione. Questo termine per i mercati finanziari ha un’accezione terribile. Tuttavia, è improbabile che il coronavirus provochi una depressione in senso economico. La fase di ‘depressione’ piuttosto si riferisce all’aggiustamento dei prezzi degli asset per rispecchiare la nuova realtà via via che il contesto si chiarisce. La domanda su cui si stanno arrovellando i mercati ora è la seguente: qual è la probabilità che si verifichino ulteriori sorprese positive o negative? Secondo Lusting, è difficile rispondere data la quantità di incognite. Gli stimoli sembrano sufficienti per superare la crisi e alimentare la prossima fase di espansione, ma servirà una strategia sanitaria credibile prima che lavoratori e consumatori possano riprendere in sicurezza le normali attività. Fino ad allora, un ulteriore ribasso resterà possibile.

5. Accettazione. Questa fase corrisponde alla ripresa, vale a dire il momento in cui i mercati prezzano la fine della crisi. È possibile che i mercati siano già nella fase di accettazione? Secondo l'esperto è improbabile. Per risolvere la crisi economica è prima necessario che appaia all’orizzonte una risoluzione della crisi sanitaria. Potrebbero volerci poche settimane nello scenario più ottimistico o diversi mesi in quello più pessimistico. Una cosa però è certa: la fase di accettazione arriverà di sicuro.

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