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Nomine CdA, il ruolo del cambiamento climatico

6/23/2020 | Redazione Advisor

Gli amministratori possono fare la fortuna delle aziende se si concentrano sull’esposizione delle attività al tema del climate change. L'analisi di Robeco


Il cambiamento climatico è un tema che ormai da tempo influenza le scelte degli investitori. Carola van Lamoen, head of active ownership di Robeco, analizza il crescente ruolo acquisito dal cambiamento climatico in sede di nomina dei membri del CdA nell’ambito della transizione verso una governance climatica efficace, visto anche l’inasprimento della regolamentazione sulle emissioni di carbonio e gli impegni assunti a livello globale.

 

Alle aziende servono amministratori che si concentrino sull’esposizione delle attività al tema del cambiamento climatico, in particolare per le realtà che svolgono attività fortemente dipendenti dai combustibili fossili e che, per ridurre i rischi futuri, hanno bisogno di decarbonizzare. Nel maggio 2020, Robeco ha contribuito alla nomina di un ex-dirigente del settore dell’energia eolica a membro del consiglio di amministrazione di Enel. La sua presenza concorrerà ad agevolare il passaggio di Enel dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità entro il 2050. È necessario che i membri dei consigli di amministrazione accrescano le proprie competenze riguardo il clima. Per riuscirci, si deve puntare su corsi di formazione impartiti da esperti interni all’azienda, su consulenti esterni oppure sulla nomina di consiglieri competenti in aree che consentano alle società di avere successo in un’economia a bassa emissione di carbonio. Anche gli investitori hanno un ruolo importante. Sono chiamati a sfruttare il loro diritto di voto e l’influenza esercitabile attraverso l’engagement per proporre membri che contribuiscano attivamente ad agevolare la transizione. In veste di co-responsabile delle attività di engagement previste dall’iniziativa Climate Action 100+, Robeco ha collaborato con Assogestioni e sfruttato questo sistema per cercare di orientare il consiglio di amministrazione di Enel.

 

Virtualmente, tutti i settori economici sono in qualche modo esposti ai rischi climatici, ma quelli direttamente legati ai combustibili fossili rischiano di trovarsi in maggiore difficoltà soprattutto, in termini di inasprimento della regolamentazione sulle emissioni di carbonio nel rispetto degli impegni presi a livello nazionale, oppure dall’Accordo di Parigi, volto a limitare l'incremento del riscaldamento globale a 2°C rispetto ai livelli pre-industriali entro la fine del secolo. Sebbene le società abbiano fatto grandi passi avanti nell'attuare queste raccomandazioni, la maggior parte fa ancora fatica a identificare e a valutare realmente il potenziale impatto finanziario dei rischi climatici rilevanti per le proprie attività, così come a incorporarli efficacemente in termini di gestione del rischio e dei piani strategici. I cambiamenti climatici sono un trend di lungo periodo con effetti difficili da prevedere. È probabile che questi ultimi si verifichino nel medio e nel lungo termine, scavalcando i normali cicli di mercato. Stando alle stime attuali, le conseguenze dei cambiamenti climatici diventeranno catastrofiche entro la fine di questo secolo, ma potrebbero esserlo già intorno al 2050, cioè tra soli 30 anni. Questo supera decisamente l’orizzonte temporale di molti di noi e costringe le generazioni future a pagare un prezzo che la società di oggi non ha alcun interesse a saldare.

 

Si deve quindi esulare dai normali cicli economici, dai cicli politici e dall’orizzonte delle autorità tecnocratiche come le banche centrali, vincolate dai rispettivi mandati. L’orizzonte delle politiche monetarie, infatti, si estende su un massimo di due o tre anni. Per quanto riguarda la stabilità finanziaria, l’orizzonte è leggermente più lungo, ma di solito raggiunge solo le estremità del ciclo del credito: circa un decennio. In altre parole, se aspettiamo che i cambiamenti climatici diventino una questione determinante per la stabilità economica, potrebbe essere troppo tardi.

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