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Covid-19, a caccia di dividendi. La view di Fineco AM

2/16/2021 | Lorenza Roma

I titoli a dividendo ad alto rendimento sono una delle poche aree del mercato azionario che attualmente sono vicine alle loro medie storiche


La crisi economica seguita alla pandemia del 2020 ha avuto un impatto sui dividendi globali, come in parte era possibile attendersi. Le recessioni smorzano la crescita economica e intaccano gli utili aziendali, riducendo il capitale disponibile per i dividendi. Quando le prospettive sugli utili diminuiscono, i consigli di amministrazione devono decidere se è nell'interesse dell'azienda e degli investitori continuare a pagare gli stessi livelli di dividendo. Il team di Fineco Asset Management ha analizzato le strategie di investimento focalizzate sui dividendi.

 

Dal punto di vista strutturale la crisi del 2020 differisce per molti aspetti da quella del 2008. Non tutti i settori del mercato sono stati colpiti e il credito è rimasto disponibile. Tuttavia un certo numero di settori, in particolare quelli legati ai servizi, così come la vendita al dettaglio non online e i viaggi, hanno sofferto enormemente. I recenti dati PMI sui servizi lo dimostrano chiaramente, con le industrie legate ai servizi che non riescono a recuperare allo stesso ritmo della produzione globale. Le storie di dividendi negativi hanno certamente fatto notizia. Per esempio, il settore bancario - tradizionalmente un'area di mercato ad alto rendimento - ha affrontato ulteriori pressioni normative per sospendere o tagliare i dividendi, dato che i regolatori mirano a mantenere il capitale nelle banche. Ma ciò è precauzionale. A dicembre, la BCE ha delineato i suoi piani per il ripristino dei dividendi bancari nel 2021, con una serie di restrizioni. L'industria bancaria è entrata nella pandemia in una posizione molto più forte rispetto al 2008, dato che i regolatori ora richiedono livelli molto più alti di capitale proprio per assorbire le perdite.

 

Secondo il team di Fineco AM, con un maggior potere di spesa a disposizione, le prospettive di crescita economica futura risultano forti una volta che l'economia globale entrerà saldamente nella fase di ripresa. Questo aiuterà la fiducia dei consigli di amministrazione, spingendo le aziende a rivedere la loro politica dei dividendi. Naturalmente ci sono ancora molti venti contrari.

 

Dal punto di vista delle valutazioni, in generale al momento le azioni non sono a buon mercato rispetto ai prezzi storici. Tuttavia, i titoli a dividendo ad alto rendimento sono una delle poche aree del mercato azionario che attualmente sono vicine alle loro medie storiche. Guardando ai livelli di rendimento, in generale le azioni globali hanno reso l'1,84% nel 2020 e gli analisti prevedono che possano rendere il 2% quest'anno e il 2,16% nel 2022. Si tratta dell'82% del loro rendimento medio negli ultimi dieci anni. Per quelle aziende azionarie globali che hanno avuto una politica di dividendi crescente o stabile per almeno gli ultimi 10 anni, gli analisti si aspettano che queste aziende collettivamente possano rendere fino al 5,41% nel 2021. Ma bisogna ricordare che questi titoli sono rimasti indietro rispetto al mercato più ampio nell'ultimo anno e non si sono ancora ripresi del tutto dalla correzione del 2020.

 

È vero che guardando l'ampio mercato azionario, complessivamente i rendimenti da dividendo sono più bassi rispetto agli anni precedenti. Molto di ciò è legato alla continua ricerca di rendimento guidata dagli investitori tradizionali del reddito fisso. Secondo JPMorgan, gli investitori hanno investito 1.107 miliardi di dollari in obbligazioni globali negli ultimi due anni. Questa sete di yield ha innegabilmente messo sotto pressione i rendimenti dei vari asset. Tuttavia, con i rendimenti medi sul risparmio in tutta Europa praticamente allo 0% e i rendimenti dei titoli di stato inferiori all'1% (i BTP italiani a 10 anni rendono attualmente meno dello 0,50%), l'investimento in titoli ad alti dividendi rimane una scelta interessante.

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