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Il futuro è nei combustibili fossili

3/4/2021 | Lorenza Roma

I manager di Franklin Templeton spiegano perché ritengano che il gas naturale potrebbe avere un ruolo importante nella transizione degli Stati Uniti a un’energia più pulita


Nonostante certe notizie secondo cui le ambizioni “verdi” del Partito Democratico statunitense potrebbero preludere a uno scenario molto pessimistico per le società tradizionali dell’oil&gas, Fred Fromm e Matt Dams, Franklin Equity Group, scorgono certi segni secondo i quali l’aumento della domanda di combustibili fossili in paesi in via di sviluppo specifici potrebbe compensare qualsiasi eventuale calo della domanda in paesi sviluppati quali gli Stati Uniti. Spiegano anche perché secondo loro gli investitori preoccupati per un possibile aumento dell’inflazione potrebbero voler considerare le azioni di risorse naturali.

 

Ora che i risultati delle elezioni statunitensi del 2020 non possono più riservare alcuna sorpresa e i Democratici hanno il controllo sulla Casa Bianca e su entrambe le Camere del Congresso, molti investitori azionari ci hanno chiesto il nostro parere sulle implicazioni per il settore delle risorse naturali. Inoltre, le banche sistematicamente importanti, le maggiori compagnie di assicurazioni mondiali, i fondi pensione più grandi e molti gestori patrimoniali di primaria importanza stanno chiedendo informative che descrivano i rischi finanziari associati al clima e sono costantemente spinti complessivamente a rinunciare ai loro investimenti in società di combustibili fossili.

 

Con la pandemia che mina le economie e riduce l’utilizzo dell’energia, quello che era stato un dibattito astratto in merito a rinunciare all’estrazione di petrolio, gas naturale e carbone per combattere l’inquinamento e il cambiamento climatico è diventato una preoccupazione legittima per gli investitori, considerando che i politici premono per programmi di spesa rispettosi dell’ambiente. La pressione degli ambientalisti in cerca di un mondo a basse emissioni di carbonio è comunque cresciuta fino a diventare un fattore di influenza fondamentale e potrebbe condurre a una contrazione dell’offerta. Secondo i manager, un Congresso statunitense sotto la guida del Partito Democratico potrebbe spingere l’amministrazione Biden a introdurre misure più punitive con impatto immediato, ma limitato, sulla bottom line di società attive nell’esplorazione e produzione, servizi per campi petroliferi e industrie integrate dell’oil&gas.

 

"Ciò detto, non siamo d’accordo con certe notizie particolarmente drammatiche, secondo cui le politiche verdi dei Democratici provocheranno picchi per il petrolio, o che la domanda di petrolio si appiattirà, e possibilmente diminuirà, nei prossimi anni. Secondo noi è probabile che la domanda di petrolio e di gas naturale cresca moderatamente nei prossimi 10 anni, considerando che la crescita dei consumi nei paesi in via di sviluppo compensa più che ampiamente cali moderati nelle nazioni più sviluppate", spiegano gli esperti che aggiungono "siamo anche convinti che i consumi di petrolio inizieranno a riprendersi rapidamente con il regredire della pandemia di Covid-19. Ad esempio, in Cina la grande economia che per prima ha chiuso e poi riaperto a causa della pandemia, la domanda di petrolio oggi è più forte di un anno fa.

 

"Nel breve termine, per l’anno che ci attende siamo cautamente ottimisti sulla possibilità di aver superato gli impatti più gravi della pandemia di Covid-19 sull’economia. Oltre ai settori tradizionali delle risorse naturali, ci siamo sempre più concentrati anche su temi legati alla transizione energetica, per esempio energia rinnovabile e biocarburanti. Come abbiamo già detto, è ampiamente previsto che l’amministrazione Biden, appena insediata, promuoverà attivamente le fonti di energia rinnovabile, quali l’energia solare e quella eolica, con carburanti per i trasporti alternativi ricavati da scarti alimentari e oli di semi. Negli ultimi tempi le azioni correlate hanno prevalentemente realizzato ottimi risultati, incluse quelle presenti nei nostri portafogli, e riteniamo che le valutazioni in generale siano elevate. Tuttavia il potenziale di crescita di questi settori nel lungo termine appare robusto e cerchiamo quindi opportunità per ampliare l’esposizione", concludono Fromm e Dams.

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