UBS Asset Management ha implementato il Decarbonization Framework che consente di quantificare il valore economico della riduzione di emissioni delle aziende attive nei settori che emettono un’ingente quantità. Dimostra che la loro transizione verde può generare un valore finanziario positivo permettendo così a un maggior numero di investitori di avviare attività di engagement e sostenere le aziende nei loro sforzi per combattere il cambiamento climatico.

 

Il focus del Framework è rivolto principalmente all’industria pesante. Per raggiungere gli obiettivi climatici a livello globale, questi settori devono ridurre significativamente le loro emissioni di gas serra. La produzione dei materiali dell’industria pesante (alluminio, cemento, prodotti chimici e acciaio) rappresenta oggi circa il 20% delle emissioni totali di gas serra a livello mondiale. Anche se spesso questi settori sono definiti come “hard to abate”, ovvero difficili da eliminare, è comunque possibile apportare significati tagli alle emissioni, consentendo anche di registrare una crescita del valore.

 

Barry Gill, head of investments di UBS Asset Management, ha commentato: “L’industria pesante e altri settori ad alta intensità di emissioni sono spesso ignorati dagli investitori che cercano di ridurre l’impatto ambientale all’interno del loro portafoglio. Tuttavia non solo è possibile ridurre le emissioni in maniera significativa, ma riteniamo anche che tali tagli abbiano il potenziale per portare a un aumento del valore. A nostro avviso questa rappresenta una delle opportunità più difficili da cogliere nel mercato attuale, sia dal punto di vista degli investitori sia della lotta al cambiamento climatico”.

 

Adam Gustafsson (nella foto), director, quantitative evidence & data science team, ha dichiarato: “Non riconoscendo il valore delle transizioni green, gli investitori stanno indirettamente frenando le aziende dall’intraprendere azioni significative in questa direzione. Il Decarbonization Framework di UBS Asset Management offre un approccio basato sui dati e sulle evidenze scientifiche per misurarne il valore, consentendo così un dialogo più informato riguardo alla loro transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”