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Post Covid-19, premiate le imprese più internazionalizzate

11/19/2021 | Redazione Advisor

Dall’inizio della pandemia, il 35% delle aziende italiane ha modificato le proprie strategie di internazionalizzazione o sta pensando di farlo. E' quanto emerge da una ricerca commissionata da HSBC


Le aziende italiane si sono dimostrate flessibili nell’affrontare la pandemia di Covid-19, con più del 35% che ha modificato le proprie strategie di internazionalizzazione o sta prendendo in considerazione la possibilità di farlo. E' quanto emerge dalla seconda edizione dello studio “Italy goes global”, commissionato da HSBC.

 

Dallo studio si evince che, se da un lato il numero di aziende che ha dichiarato di avere una presenza all’estero è leggermente diminuito (dal 71,3% nel 2019 al 70,9% nel 2020), dall’altro molte delle oltre 800 grandi e medie imprese italiane intervistate hanno intrapreso strade alternative, anche con una presenza più leggera, per cogliere le opportunità di business. Tra i principali trend emergenti si nota quello relativo a una maggiore attenzione all’e-commerce, tanto che si registra un incremento del numero di aziende che riportano un aumento delle vendite dell’e-commerce in questo canale a livello europeo (+38,2%), e anche fuori regione (+24,6% per i mercati extra-europei).

 

Analizzando i principali indicatori di performance delle imprese italiane, dalla ricerca si evince che le imprese più internazionalizzate - ovvero quelle che hanno sia una forte propensione ad esportare sia una presenza in almeno cinque mercati esteri - presentano una redditività superiore, che rende loro uno degli asset più rilevanti per l’economia italiana.

 

Dallo studio emerge che durante la pandemia le preferenze delle aziende rispetto ai principali mercati di sbocco sono cambiate, e si afferma un modello di globalizzazione sempre più regionalizzata. In Europa, il mercato tedesco viene sempre più spesso citato tra le due destinazioni più importanti, guadagnando un’importanza ancora più significativa rispetto alle rilevazioni precedenti (dal 27,7% nel 2019 al 31,7% nel 2020). Allo stesso tempo, pur mantenendo il secondo posto, la rilevanza della Francia per le aziende italiane si è ridotta (dal 23,3% al 22,5%), con una tendenza simile registrata anche per la Spagna, paese che occupa la quarta posizione (dal 10,1% all’8,3%). La popolarità del Regno Unito, al terzo posto, è passata dal 9% al 9,4%. Infine, le aziende stanno rivedendo le loro preferenze riguardo ai mercati al di fuori dell’Europa: Stati Uniti e Asia si attestano ai primi posti in termini di principali mercati di sbocco extra-UE.

 

Gerd Pircher, ceo di HSBC in Italia, ha dichiarato: “Questa ricerca mostra come le aziende italiane abbiano reagito alla pandemia ottimizzando le strategie di internazionalizzazione, cogliendo le opportunità nei mercati esteri attraverso percorsi alternativi, come ad esempio l’e-commerce. L’internazionalizzazione sta offrendo opportunità significative: le aziende più internazionalizzate tendono ad avere una maggiore redditività, fattore che li rende degli asset significativi per l’economia italiana. Le imprese italiane devono necessariamente continuare a modificare le loro strategie per cogliere le opportunità all’estero, avvalendosi di una rete di supporto composta da competenze, conoscenza delle realtà locali e da un network di relazioni.”

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