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Soldi fermi sui conti, ecco quanto si perde in 10 anni

12/15/2021 | Redazione Advisor

Ad ottobre 2021 la liquidità è pari a 1.825,6 miliardi, valore che sfiora quello del PIL dell’intero Paese. L’analisi di Gimme5


Gli italiani si confermano un popolo di risparmiatori. Tendenza che, accentuata anche dalla pandemia, ad ottobre 2021 ha portato sui conti correnti liquidità per 1.825,6 miliardi di euro, valore che sfiora quello del PIL dell’intero Paese. Questa non è una buona notizia: testimonia, infatti, una bassa propensione all’investimento, molto inferiore rispetto ad altri Paesi occidentali. 

Gimme5, soluzione digitale per la gestione del denaro che permette di accantonare piccole somme, a partire da 5 euro al mese, attraverso smartphone e investirle in fondi comuni di investimento, mostra quanto si potrebbe guadagnare se, invece di lasciare il denaro fermo, lo si investisse. La simulazione prende in esame un periodo di 10 anni che va da novembre 2021 a novembre 2031. Dato l’arco temporale di lungo raggio, viene ipotizzato un investimento attraverso un fondo comune aggressivo (20% in obbligazioni e 80% in azioni).

Ai fini del calcolo sono stati presi come riferimento i rendimenti medi annualizzati al netto dell’inflazione (ipotizzata al 2% annua) registrati dal 1900 al 2020: 2,1% per le obbligazioni e 5,3% per le azioni globali (Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook 2020/Credit Suisse, London Business School).

Lasciando il denaro sui conti correnti, l’inflazione porterebbe a una perdita del -18%, portando il valore reale della liquidità degli italiani a 1.491,6 miliardi. Investendo il denaro, invece, il capitale raggiungerebbe un importo dal valore reale di 2.878,8 miliardi, pari al PIL del Regno Unito, con un guadagno del +93% rispetto al patrimonio eroso. La differenza di valore tra il capitale investito e quello lasciato in balia dell’inflazione è abissale: 1.387,1 miliardi. 

Tassi negativi e crescita generalizzata e costante dei prezzi (è notizia recente che l’inflazione ha raggiunto livelli record, superando l’obiettivo del 2% fissato dalla BCE) nel tempo erodono il potere d’acquisto dei risparmi che, sebbene mantengano lo stesso valore nominale, perdono quello reale. L’unico modo per difendersi dalla forza erosiva dell’inflazione è quello di mettere in moto i risparmi. Sebbene l’esito di un qualsiasi investimento non sia mai prevedibile, ciò che è certo è che l’inflazione non risparmierà nessun capitale.

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