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Risparmio gestito italiano, si riduce il gap con l'Europa

1/17/2022 | Redazione Advisor

Nel corso degli ultimi 10 anni le masse gestite dai nostri operatori sono aumentate del 154%: si tratta di un ritmo di crescita superiore rispetto a quello registrato nell'intero Continente


Un 2021 da ricordare per il risparmio gestito italiano nonostante l’incombere della pandemia. Come si legge su Il Sole 24 Ore, i dati di dicembre che le principali società del settore quotate in Borsa hanno diffuso la scorsa settimana portano la raccolta netta complessiva registrata negli ultimi 12 mesi oltre i 52 miliardi di euro: quasi il doppio rispetto ai circa 28 miliardi dell'anno precedente. Nell’ultimo decennio le masse gestite dagli operatori italiani sono aumentate del 154% dai 610 miliardi di euro del 2011 agli oltre 1550 miliardi di fine 2020, come segnalato da Efama.

Si tratta di un ritmo di crescita superiore rispetto a quello registrato nell'intera Europa, dove nel decennio il valore dell'industria è ‘soltanto’ poco più che raddoppiato da 13.600 a 28.400 miliardi, prima poi di progredire nei primi nove mesi de12021 fino a quota 31300 miliardi, secondo le proiezioni Efama. Le cifre appena pubblicate da Anima, Azimut, Banca Generali, Fineco e Mediolanum lasciano pensare che la tendenza possa essersi confermata anche nel corso degli ultimi 12 mesi, un periodo in cui è stata soprattutto la componente del risparmio gestito ad aver tirato in Italia la volata, arrivando con 26,4 miliardi più che a raddoppiare.

Del resto, come ricorda Efama, nel primo semestre 2021le famiglie italiane hanno sottoscritto oltre 24 miliardi di euro di fondi di investimento, pari al 21%degli acquisti totali in Europa (117 miliardi di euro): in questo lasso di tempo la sola Germania è stata in grado di superarci con 5o miliardi nell'intera area. Il dinamismo che il mercato nazionale dimostra ormai da qualche anno vale però come detto per il momento soltanto a ridurre le distanze con gli altri principali Paesi del Continente, che restano in molti casi ancora rilevanti. Ed è proprio sull'aspetto dei fondi collocati presso la clientela privata che l'Italia viene in particolare chiamata a recuperare terreno rispetto ai concorrenti.

Nel conteggio totale del patrimonio gestito, scrive sempre il quotidiano di Confindustria, il nostro Paese occupava infatti il sesto posto nel Continente dietro alle irraggiungibili Gran Bretagna (l'equivalente di 10.442 miliardi di euro a fine 2020) e Francia (4.582 miliardi), ma non poi così distante rispetto a Germania, Svizzera e Paesi Bassi. Il mercato tedesco valeva anzi in termini di Pil nazionale meno di quello italiano: circa I'87 contro il 94 per cento. 32% La classifica cambia tuttavia in modo sostanziale quando si considera la composizione delle masse, perché in Italia i fondi di investimento valgono appena il 32% del valore complessivo, la quota più bassa in tutto il Continente.

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