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Il ritorno del consumatore europeo

3/7/2022 | Redazione Advisor

Secondo l'analisi di Capital Group, il divario tra spesa al consumo USA ed europea dovrebbe essere tuttavia colmato anche grazie alla ripresa dei mercati occupazionali


Nel 2021 la spesa al consumo europea è aumentata, ma ha registrato un ritardo rispetto alla ripresa molto più marcata segnata negli Stati Uniti. Secondo Robert Lind, economista di Capital Group, nel 2022 questo divario sarà colmato. Nonostante i numerosi ostacoli, come il forte aumento del prezzo dell’energia e il calo della fiducia dei consumatori, l'economista ritiene che quest’anno gli europei risparmieranno meno e che la domanda repressa sia sufficiente per sostenere una solida crescita dei consumi.

 

"Nel breve termine, la spesa al consumo europea dovrà affrontare alcuni ostacoli. La fiducia dei consumatori è diminuita nelle quattro maggiori economie della regione (Germania, Francia, Italia e Regno Unito) per due motivi principali. In primo luogo, la diffusione della variante Omicron tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 ha influito sul comportamento dei consumatori", ha affermato l'economista.

 

"Nelle principali economie dell’Eurozona l’inflazione primaria sembra vicina al picco e questo dovrebbe portare presto un miglioramento della situazione per i consumatori. Nel Regno Unito, l’inflazione primaria probabilmente continuerà a crescere all’inizio del 2022, poiché l'aumento dei prezzi dell'energia viene trasferito ai consumatori. Secondo le attuali stime, l’inflazione britannica potrebbe raggiungere il picco intorno al 6-7% in primavera, e ciò implica una sensibile diminuzione dei redditi reali delle famiglie. Tuttavia, queste ipotesi sull’andamento del prezzo dell’energia sono soggette evidentemente a una forte incertezza, soprattutto a causa degli sviluppi della situazione tra Russia e Ucraina", ha aggiunto Lind.

 

"Durante la pandemia, i governi europei hanno utilizzato piani di cassa integrazione e riduzione dell’orario di lavoro, il cui obiettivo principale era proteggere i posti di lavoro e i redditi delle famiglie, un orientamento in netto contrasto con gli stimoli fiscali statunitensi che hanno destinato ingenti trasferimenti diretti alle famiglie. Questo aiuta a spiegare il divario tra la spesa al consumo statunitense e quella europea degli ultimi due anni, ma evidenzia anche che il mercato occupazionale europeo è riuscito a recuperare in fretta con la riapertura delle economie".

 

"La ripresa dell’occupazione è stata particolarmente forte in Francia e Italia", ha spiegato l'economista. "La solida crescita occupazionale ha rafforzato i mercati del lavoro. Nell’Eurozona, alcuni timidi segnali indicano che ciò sta incoraggiando una ripresa sul fronte dell’offerta di lavoro. Inoltre, per il 2022 prevediamo un’ulteriore crescita dei salari, che dovrebbe sostenere i redditi delle famiglie, soprattutto in Francia e Germania. Nel Regno Unito, il mercato occupazionale è ancora più solido. Dopo la pandemia e la Brexit, l’offerta è ancora inferiore ai livelli pre-pandemici di circa mezzo milione di lavoratori. Non ci sono evidenze di una ripresa dell’offerta di lavoro e, a nostro avviso, lo shock causato dalla Brexit si rivelerà permanente e ciò potrebbe favorire la crescita dei salari e sostenere i redditi delle famiglie. Tuttavia, un’inflazione più alta più a lungo e un aumento delle imposte probabilmente deprimeranno i redditi reali in misura significativa. Il reddito delle famiglie britanniche subirà un’ulteriore diminuzione a partire dal mese di aprile, quando il governo introdurrà un aumento delle aliquote dell’assicurazione nazionale (di fatto un’imposta sul lavoro), che probabilmente aggraverà l’impatto del caro energia sui redditi reali disponibili delle famiglie britanniche".

 

"Nella maggior parte delle economie, la crescita della spesa al consumo segue tendenzialmente la crescita dei redditi disponibili delle famiglie. Tuttavia, anche se l’impatto del caro prezzi minaccia di annullare la solida crescita dei redditi nominali disponibili in Germania, Francia e Italia, siamo ottimisti sulla prosecuzione della crescita della spesa al consumo. I governi hanno tutelato i redditi delle famiglie, ma la spesa al consumo ha registrato una sensibile diminuzione. La spesa per l'acquisto di beni è aumentata, ma la minore spesa per l’acquisto di servizi ha depresso i consumi complessivi. I tassi di risparmio sono diminuiti sensibilmente, pur restando oltre i livelli pre-pandemia. In particolare, a nostro avviso i tassi di risparmio delle famiglie torneranno ai livelli pre-pandemia nei prossimi due anni e ciò dovrebbe consentire alle famiglie di mantenere una forte crescita dei consumi anche a fronte di redditi reali più bassi. In tutte e quattro le economie la crescita dei consumi reali supererà quella dei redditi reali nei prossimi due anni. In Germania e Francia l’aumento dei consumi reali potrebbe attestarsi intorno al 4%-4,5% nel 2022, mentre in Italia e nel Regno Unito i consumi potrebbero segnare una crescita intorno al 3%", ha concluso Lind.

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