I timori di recessione attanagliano i gestori di fondi. Secondo l’ultimo sondaggio mensile di Bank of America e riportato da MF Milano-Finanza, emerge che l’ottimismo sulla crescita del PIL mondiale è scivolato al minimo storico.

Nello specifico, il 71% degli intervistati si è dichiarato pessimista riguardo all'andamento del PIL globale e il 63% prevede che gli utili societari caleranno nei prossimi 12 mesi. Nonostante la fiducia sulle prospettive economiche sia ai minimi storici, ad aprile i gestori hanno aumentato l'allocazione in borsa rispetto al mese precedente, mantenendola su livelli molto lontani da quelli tipici di una fase recessiva. Un paradosso che rischia di causare nuovi scossoni sui mercati azionari, specie se si materializzerà lo spettro della stagflazione.

Benché le tensioni geopolitiche restino il maggior pericolo perla stabilità finanziaria, infatti, due terzi dei gestori ritiene ormai probabile uno stallo del PIIL globale accompagnato da un alto tasso di inflazione. In questo contesto i money manager stanno mantenendo un'elevata quota di liquidità in portafoglio (5,5%) e stanno acquistando a piene mani le materie prime (con un sovrappeso del 38% rispetto all'indice di riferimento).

Vendite a pioggia continuano invece ad abbattersi sul mercato obbligazionario (il 68% dei gestori è underweight), agitato dalla previsione di un'aggressiva stretta monetaria della Federal Reserve. Secondo la maggioranza dei gestori, per contrastare la spirale inflazionistica la banca centrale americana procederà ad almeno sei rialzi dei tassi nel corso del 2022.