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SGR, sempre più difficile mantenere un modello operativo sostenibile

11/24/2022 | Daniele Riosa

Secondo un nuovo report di Cerulli il 33% degli asset manager esternalizza l'intera funzione di back-office, mentre il 20% le operazioni di middle-office


Le società di gestione patrimoniale, che si trovano ad affrontare la crescente pressione sulle commissioni, l'aumento della regolamentazione e i fattori che compromettono la sostenibilità a lungo termine, stanno sempre più esternalizzando le funzioni operative.

Secondo una nuova ricerca, The Cerulli Report-U.S. Vendor Management & Operations Outsourcing 2022: The Evolution of the Asset Manager Operating Models, il 33% degli asset manager esternalizza l'intera funzione di back-office, mentre il 20% esternalizza le operazioni di middle-office. In tutto lo studio, i partecipanti alla ricerca descrivono l'outsourcing come più comune e più accettabile negli ultimi anni. Sempre più spesso le nuove società decidono di esternalizzare le attività di middle e back-office fin dall'inizio. Citando i costi (73%), la disparità dei sistemi tecnologici (62%) e la supervisione normativa (52%) come sfide operative, i manager cercano di implementare soluzioni che consentano di raggiungere dimensioni ed efficienza.

"Mantenere un modello operativo sostenibile è diventato difficile a causa dei crescenti oneri normativi e dell'ampiezza dei prodotti offerti dalle società", afferma James Tamposi, associate director. "I gestori sono più che mai interessati a creare sistemi e infrastrutture che consentano loro di operare in modo più efficace", aggiunge.

Nel momento in cui i gestori patrimoniali considerano il modello operativo del futuro, i principali fattori che spingono la loro decisione di esternalizzare sono il miglioramento della produttività e lo sfruttamento di capacità esterne. Secondo la ricerca, il 65% dei gestori cita il miglioramento della produttività dei dipendenti interni come motivazione per l'esternalizzazione. La stessa percentuale di manager cita lo sfruttamento delle capacità esterne come un fattore significativo, seguito dall'incorporazione di efficienze (58%).

"Con l'aumentare della complessità e delle sfide degli investimenti, è fondamentale che l'azienda si concentri sulla sua missione principale, ossia la generazione di rendimenti", spiega Tamposi. "Facendo leva su un soggetto esterno, i gestori possono concentrarsi su altre iniziative strategiche necessarie, costruendo al contempo una scala maggiore grazie a uno specialista".

Per quanto riguarda i settori front, middle e back office, più di tre quarti dei manager intendono mantenere le loro attività di outsourcing in perpetuo. L'outsourcing si è evoluto da un rapporto transazionale a uno più basato sulla partnership. Le aziende spesso aumentano il loro profilo di outsourcing sotto l'ombrello di una relazione esistente; piuttosto che impiegare un approccio "best-of-breed" per ogni funzione esternalizzata, i manager trovano migliore impegnarsi con un unico partner di fiducia su diversi fronti operativi. Con la crescente diffusione delle relazioni di outsourcing, la ricerca suggerisce ai gestori patrimoniali di stabilire un processo di gestione del rischio per governare le relazioni.

"Ogni processo presenta dei rischi intrinseci; l'utilizzo di una parte esterna per assistere un processo comporta rischi aggiuntivi e richiede una supervisione sotto forma di due diligence e monitoraggio continuo", afferma Tamposi.

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