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L’entrata di FSI in Anima riapre il risiko del gestito

2/16/2023 | Redazione Advisor

Costruire un campione nazionale tra gli asset manager. Sarebbe questo il piano che il fondo guidato da Maurizio Tamagnini avrebbe in mente dopo aver acquistato il 7,2 per cento della holding


Costruire un campione nazionale tra gli asset manager. Sarebbe questo, secondo rumors raccolti da Il Sole 24 Ore, il piano che FSI, il fondo guidato da Maurizio Tamagnini (in foto), avrebbe in mente dopo aver acquistato il 7,2 per cento di Anima Holding spendendo 109 milioni di euro con Mediobanca che ha fatto da intermediario. Si riaccendono, dunque, le speculazioni sull'M&A, anche perché la storia passata degli investimenti di FSI, nei settori fintech-finanziario, rispecchia una strategia di crescita per acquisizioni, in modo da costituire dei campioni non solo italiani ma anche europei.

Ad oggi FSI ha investito più di un miliardo di euro in settori come il fintech, tecnologia e finanza, che restano assieme al farmaceutico le aree di maggior interesse per il fondo guidato da Tamagnini. Una serie di indizi che fanno immaginare che per Anima il nuovo socio abbia progetti dello stesso tipo, con il benestare degli altri azionisti (che pure non sarebbero stati avvertiti preventivamente da Fsi dell'intenzione di entrare): la Sgr si trova in un settore ancora frammentato, che per troppo tempo è stato soggetto al raid francesi, come quelli effettuati dalla francese Amundi. I capitali a FSI non mancano.

Difficile, prosegue l’articolo del Il Sole 24 Ore, che la mossa di FSI sia da leggere in un'ottica di ‘protezione’ dell'italianità di Anima. Più realistico invece che il colosso del risparmio venga visto come uno snodo futuro del risiko non solo in ambito risparmio gestito, ma anche bancario. Il gruppo ha una disponibilità di cassa che gli consente di guardare a possibili operazioni di crescita esterna, sia su base opportunistica che in un contesto di aggregazioni fra gruppi bancari. E non sono da escludere possibili mosse anche a breve.

Con 177 miliardi di euro di patrimonio in gestione, distribuisce prodotti attraverso diversi accordi di partnership. Tra questi quello con Mps, a cui ha contribuito all'aumento di capitale. Ma anche con Banco Bpm e Poste, a sua volta suoi soci principali rispettivamente con quote di oltre 20 ed il io per cento. D'altro canto un potenziale consolidamento bancario potrebbe offrire più opportunità che minacce per Anima, protetta dai suoi accordi di distribuzione forti e a lungo termine con partner bancari strategici.

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