Tempo di lettura: 4min

Stress test: le pagelle della Bce

10/27/2014 | Massimo Morici

I risultati: 25 istituti europei, di cui 9 italiani, non hanno passato l'esame della Bce. Mps e Carige costrette a nuovi aumenti di capitale


L'Italia si scopre maglia nera del sistema bancario europeo. Tra le 25 banche bocciate dalla Bce, svelando una carenza di capitale complessiva di quasi 25 miliardi di euro, ben 9 sono istituti di credito italiani su 15 scrutinati con potenziali carenze di capitale per un totale di 9,7 miliardi: Banca Mps, Carige, Veneto Banca, Banco Popolare, CreVal, Popolare di Sondrio, Bper, Bpm e Popolare di Vicenza. L'Italia in recessione dal 2011 e con la totalità degli istituti esposti soprattutto al mercato interno, con l'eccezione dei due campioni nazionali (Intesa Sanpaolo e Unicredit), tocca il record europeo delle svalutazioni dei propri attivi (12 miliardi di euro), davanti ai 7,6 miliardi della Grecia e ai 6,7 miliardi della Germania. Le nove bocciature, tuttavia, si riferiscono solo agli stress test condotti sulla base dei dati statici a fine 2013, perché - come spiega Bankitalia - nessuna banca italiana presenta carenze di capitale in base all'AQR.

SCOPRI LE PAGELLE DELLA BCE PER OGNI BANCA, SCARICA IL DOCUMENTO ORIGINALE SU ADVISORPROFESSIONAL

Per cinque di esse, infatti, si tratterebbe solo di una bocciatura "formale": dopo il rafforzamento operato da 12 istituti di credito europei nei primi nove mesi dell'anno, tra cui appunto Veneto Banca, Banco Popolare, Creval, Popolare di Sondrio e Bper, grazie ad aumenti di capitale per complessivi 15 miliardi di euro (di cui 8 miliardi da parte delle cinque banche italiane) che hanno riportato il requisito per l'adeguatezza del capitale sopra la soglia dell'8% stabilita dall'AQR, nella lista dei bocciati in teoria rimarrebbero quattro banche italiane. E due di queste (Bpm e Popoplare di Vicenza), anche se considerate in difetto da Francoforte, si salverebbero sul filo del rasoio, come spiegato da Bankitalia, grazie alla rimozione dei requisiti prudenziali aggiuntivi (è il caso della Popolare di Milano) e alla decisione del board della banca vicentina della scorsa settimana di convertire un bond in capitale. Non c'è appello, invece, per Mps e Carige, che necessitano rispettivamente di ulteriori capitali per 2,1 miliardi (che Bankitalia riduce a 1,35 miliardi al netto dell'impegno alla restituzione dei Monti Bond entro l'orizzonte dello stress test) e 814 milioni.

Per colmare le carenze di capitale, le banche respinte (oltre alle 9 banche italiane, ce ne sono 3 greche, 3 cipriote, 2 slovene, 2 belghe, una ciascuno di Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Austria) dovranno presentare un piano di rientro entro il 10 novembre nel quale eventualmente illustrare gli aumenti di capitale fatti e le altre misure intraprese (dismissioni di attivi, utili non distribuiti) che dovranno essere convalidate dalla Bce, la quale ne assumerà la vigilanza a partire da 4 novembre.

La valutazione approfondita, articolata in un esame della qualità degli attivi (asset quality review, AGR) e in una prova di stress prospettica delle banche, è stata condotta per un anno sulle posizioni delle 130 maggiori banche dell'area euro al 31 dicembre 2013 (22.000 miliardi di euro di attività, pari all’82% degli attivi bancari totali nell’Eurzona) conformemente al regolamento e alla direttiva dell’UE sui requisiti patrimoniali in vigore (CRR/CRD IV), che prevedono alcune discrezionalità nazionali. In particolare, L’AQR ha evidenziato che a fine 2013 il valore contabile degli attivi bancari deve essere corretto per un ammontare di 48 miliardi di euro, che confluirà nei bilanci o nei requisiti prudenziali delle banche. Inoltre, sulla base di una definizione standard di esposizioni deteriorate, ossia non performing (scadute da 90 giorni oppure oggetto di una riduzione durevole di valore o in stato di default), l’esame ha messo in luce che tali esposizioni bancarie sono aumentate di 136 miliardi di euro, portandosi in totale a 879 miliardi.



La valutazione approfondita ha inoltre rilevato che lo scenario avverso ridurrebbe di circa 263 miliardi di euro il capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1, CET1) delle banche, ossia il capitale di massima qualità destinato all’assorbimento delle perdite che misura la solidità finanziaria delle stesse. Ciò darebbe luogo a una diminuzione della mediana del coefficiente di CET1 di 4 punti percentuali, dal 12,4% all’8,3%. Tale diminuzione è più elevata rispetto agli esercizi analoghi precedenti, indice del rigore dell’esercizio attuale. Bankitalia ha fatto notare che nel caso italiano lo scenario avverso è molto sfavorevole "perché ipotizza una grave recessione per l'intero 2014 - 16, dpo quella già sofferta dall'economia italiana nel 2012 - 2013, che fa seguito a quella del 2008 - 2009; ipotizza inoltre un riacutizzarsi della crisi del debito sovrano". Questo ipotetico scenario, prosegue Via Nazionale, configurerebbe un collasso dell'economia italiana, "con gravi conseguenze ben oltre la sfera bancaria".

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?