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Piazza Affari: i migliori e i peggiori nel 2014

12/31/2014 | Massimo Morici

La Borsa di Milano chiude l'anno sostanzialmente sugli stessi valori di fine 2013. FTSE Mib a +0,2%. Male il lusso e gli energetici. Luci e ombre sui bancari


Piazza Affari chiude l'anno sugli stessi valori di fine 2013. Il bilancio del 2014 trascorso vede il FTSE Mib registrare una crescita dello 0,23% mentre l'indice generale arretra, seppur di poco (-0,33%). La migliore performance tra i titoli a maggiore capitalizzazione italiani è quella di Finmeccanica (+40,7% a 7,7564 euro) seguita da Fiat Chrysler Automobiles, che ha terminato l'anno a Piazza Affari a 9,6516 euro per azione, una cifra che rappresenta un progresso del 36,1% se confrontata con il prezzo rettificato rispetto alla quotazione con la nuova denominazione (al via il 31 ottobre 2014 al prezzo di 7 euro). La crescita in confronto al titolo Fiat del 30 dicembre 2013, che era stata a 5,945 euro per azioni, è invece del 61%.

Passando in rassegna i principali comparti, il 2014 si è rivelato un anno a luci e ombre per le banche italiane che hanno dovuto superare gli stress test della Bce. Il comparto in 12 mesi ha visto rialzi oltre il 35% (è il caso di Bpm), ma anche cali superiori al 55% (Mps). I principali titoli della moda italiana, invece, hanno conosciuto più dolori che gioie. Stando ai dati di Borsa Italiana, all'interno del Ftse Mib, tra le azioni del comparto, solo Luxottica può festeggiare la chiusura dell'anno, grazie a una performance nettamente positiva (+16,92% a 45,50 euro, dopo il +25% realizzato nel 2013) malgrado i problemi di governance. Andamenti negativi per Yoox (-43,24% a 18,40 euro dopo +172% nel 2013), seguita da Tod's (-40,51% a 72 euro), Moncler (-27,97% a 11,12 euro) e Salvatore Ferragamo (-26,13% a 20,41 euro dopo +64% nel 2013).

La debolezza del prezzo del petrolio e le tensioni internazionali hanno pesato sugli energetici. L'indice settoriale Petrolio e Gas ha registrato una flessione del 19,14% rispetto alla chiusura del 2013, appesantito soprattutto dalla performance del gruppo petrolifero italiano Eni (-16,9%). Peggio ancora ha fatto la sua partecipata Saipem (-43,5%), a seguito di diversi annunci sull'impossibilità di raggiungere i target. Una situazione si è andata a ripercuotere anche su titoli considerati contigui al comparto, come Tenaris (-22,5%) e Prysmian (-18,9%),mentre i servizi di rete, invece, hanno chiuso l'anno con un bilancio positivo: Snam (+1,9%) e Terna (+4,1%).

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