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Equita SIM: necessario allargare la platea di investitori

1/23/2015

La presenza di investitori esteri rende molto volatile i corsi azionari in Italia


Affinché le imprese italiane possano fare reale affidamento sul mercato dei capitali di debito ed equity è necessario allargare la platea di investitori in particolare domestici attraverso il rafforzamento e l’incentivazione - anche fiscale - dell’industria dell’asset management. E’ inoltre essenziale promuovere un meccanismo di fondi di fondi che investa in piccole imprese con un approccio professionale, guidato da logiche di lungo periodo e di creazione di valore e un settore dell’investment banking solido, vicino alle esigenze delle imprese e privo di conflitti di interesse che funga da volano tra finanza e impresa.  



Sono queste alcune delle evidenze dello studio realizzato dal Centro di Ricerca BAFFI / CAREFIN dell’Università Bocconi redatto in collaborazione con Equita SIM che sono state oggetto di analisi nel convegno tenutosi oggi a Milano dal titolo “Il mercato dei capitali in Italia: un’opportunità per investitori ed imprese” e che ha visto la partecipazione istituzionale di Stefano Scalera consigliere del Ministro dell’Economia e delle Finanze, e di Giorgio Gobbi, capo del Servizio Stabilità finanziaria Banca d’Italia, oltre a quella di importanti esponenti del mondo bancario, delle SIM e delle università.  


Lo studio BAFFI-CAREFIN/Bocconi, presentato da Stefano Caselli Pro Rettore agli Affari Internazionali Università Bocconi e Stefano Gatti Direttore Full Time MBA di SDA Bocconi, sottolinea come la preponderanza di investitori istituzionali esteri rende molto volatile il nostro mercato e i corsi azionari degli ultimi anni ne sono una dimostrazione: l’interessamento da parte di istituzioni estere alle imprese italiane può essere tanto repentino quanto un loro allontanamento ed i mercati dei capitali per le piccole e medie imprese non possono prosperare senza una base solida di investitori di matrice domestica.  



Ne segue che, commentano Gatti e Caselli dell’Università Bocconi, “la strada per il mercato dei capitali italiano diviene necessariamente quella di evitare una sempre possibile fuga degli investitori esteri ad oggi presenti, mantenere viva la pipeline di nuovi investitori esteri, portare all’interno dell’arena degli investitori quelli di matrice italiana. Il set di azioni è mirato e deve essere basato su azioni dedicate agli investitori esteri, agli investitori italiani e al disegno di una più efficace legacy fiscale a sostegno del capital market.

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