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Risparmio gestito decisivo per la redditività delle banche

4/30/2015

La raccolta diretta continuerà a scendere nei prossimi anni, in forte calo le obbligazioni (-10,5%). Il sistema bancario tornerà in utile nel 2015, secondo le ultime previsioni di Prometeia


Dopo quattro anni di perdite, nel 2015 le banche italiane torneranno a realizzareutili per complessivi 3,8 miliardi di euro che saliranno complessivamente a 21,5 miliardi di euro nel triennio 2015 - 2017, che non consentiranno però di recuperare quanto perduto in precedenza. Migliorerà anche la reddività del sistema: il Roe si porterà al 3,7% nel 2017 dall'1,4% del 2015. Le previsioni sono quelle di Prometeia, presentate come di consueto al Banking Day che si è tenuto ieri, 29 aprile a Milano. Volgendo lo sguardo indietro al 2014, i principali gruppi bancari italiani hanno registrato una perdita aggregata pari a 6,8 miliardi di euro, che risente soprattutto dei risultati di Banca Mps e di altre 6 banche (-10,6 miliardi di euro), decisamente in calo rispetto al rosso di 22 miliardi registrato dal sistema nel 2013.

Il margine d’intermediazione lordo si è ridotto rispetto al 2013 (-2,7%), con la contrazione dei ricavi da interesse (-2,8%) che è stata compensata dalla crescita delle commissioni, trainate in particolare dai ricavi sul risparmio gestito. In particolare, ha ricordato Giuseppe Lusignani (nella foto), vicepresidente di Prometeia e professore all’Università di Bologna, il risparmio gestito sta assumendo un ruolo sempre più importante nel sistema bancario italiano e "sta orientando gli istituti verso modelli più incentrati sui servizi che sul business tradizionale".

Insomma, meno credito e più servizi di investimento. La raccolta diretta, infatti, continuerà a scendere nei prossimi anni con una media di -2,2% nel triennio 2015 - 2017 soprattutto per il forte calo delle obbligazioni (-10,5% in media), visto l’ampia disponibilità di fondi a basso costo messi a disposizione dalla Bce. Sul fronte dell’offerta, torneranno in voga forme di deposito più remunerate rispetto ai conti correnti, un trend che andrà a sostenere la ripresa dei depositi con durata prestabilità. Il credito bancario, grazie alle migliori condizioni economiche e all’effetto delle politiche non convenzionali della Bce, dovrebbe tornare a crescere dalla fine di quest’anno (+2,5% in media nel 2015-2017).

Non si arresterà invece la crescita dei crediti in sofferenza, pur se a ritmi progressivamente più bassi, che saranno tuttavia ancora un elemento di criticità per la redditività bancaria. Complessivamente, nel triennio 2015-2017 il flusso cumulato di rettifiche su crediti scenderà poco sopra i 50 miliardi di euro dai quasi 86 miliardi del triennio precedente (nel 2014 le rettifiche nette su crediti hanno raggiunto i 25,2 miliardi di euro, in riduzione del 16% sul 2013 grazie alle minori svalutazioni effettuate nell’anno dal gruppo Unicredit che aveva anticipato gli effetti dell’AQR nel bilancio 2013). 

La gran parte delle banche, tuttavia, mostra un grado di capitalizzazione superiore ai target minimi Bce (il common equity tier 1 ratio a fine 2014 in media è pari all’11,2%) con l’eccezione delle banche che hanno già programmato gli aumenti di capitale o altre operazioni di ricapitalizzazione nella prima parte del 2015. "È quindi probabile - ha concluso Lusignani - che le politiche di offerta degli operatori rimangano piuttosto selettive, soprattutto verso le imprese, per effetto della rischiosità ancora elevata dei prenditori e dei numerosi e stringenti vincoli imposti dalla regolamentazione". 

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