MPS, torna lo Stato e spunta lo straniero
Lo Stato torna a Siena. Da oggi il Mef diventa azionista di Banca Monte dei Paschi di Siena. Un azionista di tutto rispetto con una quota del capitale pari al 4%, frutto della conversione in titoli dei 240 milioni d'interesse maturati per il 2014 sui Monti Bond emessi da Siena nel 2013 (e sottoscritti, appunto, dal Ministero dell'Economia e delle Finanze). Un ritorno al passato ma con non poche differenze, su tutte l'assenza di intromissioni nelle strategie della banca. Sulla carta, infatti, lo Stato azionista non dovrebbe avere ruoli nella definizione dei contenuti strategici, quali ad esempio la nomina dei vertici di MPS. Ma lo Stato potrebbe non essere l'ultimo grande azionista che entra in MPS.
Secondo indiscrezioni pubblicate sul quotidiano MF, l'istituto senese è pronto per un'aggregazione con una realtà estera. In Italia, infatti, dimensione e diffusione nazionale rendono difficile l'ipotesi di un matrimonio con uno dei competitori nostrani, molto più facile guardare ad un parte straniero, magari francese. In prima linea, infatti, sembra esserci BNP Paribas, gradito dalla francese Axa, presente già in MPS con il 3,7%, e con il vantaggio di non avere figure ingombranti ai vertici. L'uscita dell'a.d. di Bnl-Bnp Fabio Gallia, diretto alla Cassa Depositi e Prestiti, lascerebbe spazio libero al ceo Fabrizio Viola. Mentre sul fronte del presidente il nome del sostituto di Alessandro Profumo arriverà in estate. Profumo, infatti, lascerà l'incarico con l'approvazione dei conti semestrali, in programma il 6 di agosto. Accanto alla via francese, infine, c'è chi parla di una strada spagnola e spunta il nome di Santander, che anche in questo caso non intaccherebbe la posizione di Viola e si limiterebbe a nominare un presidente spagnolo. Ma il colosso guidato da Ana Botin sembrerebbe guardare all'Italia anche su altri fronti (Santander, occhi puntati sulle Popolari)