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Bnp Paribas, attacco frontale alle emissioni di CO2

11/19/2015 | Redazione Advisor

La Banca aumenterà più del doppio il proprio finanziamento nel settore delle energie rinnovabili.


BNP Paribas fa un altro passo avanti nel finanziamento della transizione energetica. La Banca aumenterà più del doppio il proprio finanziamento nel settore delle energie rinnovabili, da 6,9 mld nel 2014 a 15 mld di euro nel 2020. Il Gruppo ha inoltre deciso di rafforzare la propria policy per la gestione del rischio carbonio.

 

"La nostra decisione di aumentare più del doppio il nostro finanziamento al settore dell’energia rinnovabile e rafforzare le nostre procedure di gestione del rischio carbonio è un’esigenza allo stesso tempo ambientale ed economica", ha commentato Jean-Laurent Bonnafé, CEO di BNP Paribas. "È stato calcolato che, se vogliamo limitare l’innalzamento della temperatura globale a 2ºC, può essere utilizzato solo un terzo delle riserve di energie fossili esistenti. Il mix elettrico attualmente finanziato dal Gruppo BNP Paribas, composto per il 23% da rinnovabili (impianti idroelettrici, fotovoltaici ed eolici) e per il 23% da carbone, è già tra i più avanzati rispetto al mix mondiale, che secondo l’IEA , è composto dal 21% di rinnovabili e dal 40% da carbone.

 

Vi è consenso a livello scientifico e politico che la curva delle emissioni di CO2 debba piegarsi prima del 2020 per abbassare il riscaldamento climatico sotto i 2ºC. In questo contesto, BNP Paribas ha deciso di intensificare ulteriormente gli sforzi in quest’area rinforzando anche il suo dispositivo di gestione del rischio carbonio e prendendo la decisione di non finanziare più l’estrazione di carbone sia attraverso progetti minerari o attraverso le società minerarie specializzate in carbone, che non hanno delle strategie di diversificazione. 

 

In Asia e in Africa subsahariana, BNP Paribas fa la scelta di accompagnare la transizione progressiva di queste aree verso un’economia meno carbonifera. Le strategie climatiche dei paesi possono variare in funzione del loro stadio di sviluppo economico, tenuto conto che 1,3 miliardi di persone non hanno ancora accesso all’elettricità.

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