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3/17/2016
Le banche italiane riusciranno a mettere sul mercato solo un quarto delle sofferenze che hanno in pancia. Sui bilanci degli istituti italiani pesano ancora 89 miliardi di euro di sofferenze (non performin loan) su circa 200 miliardi di euro di crediti deteriorati, ma nei prossimi due anni riusciranno a mettere sul mercato al massimo 15 – 20 miliardi di euro di npl.
La stima è di Francesco Fabbri, advisor di Morgan Stanley Italian distressed asset, che nel corso di un convegno alla Camera sul tema delle cartolarizzazioni ha messo in luce le difficoltà che incontrano i potenziali acquirenti di npl italiane nella valutazione dei crediti.
La principale difficoltà, in particolare, riguarda gli alti costi di valutazione (due diligence), causati dalla mancanza di un lavoro a monte da parte delle banche nell'analisi del proprio portafoglio di crediti a rischio, che rende impossibile un giusto assemblaggio in pacchetti standard secondo le richieste del mercato.
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