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Perché il titolo di Mps continua a crollare in Borsa

7/4/2016 | Redazione Advisor

A innescare le vendite la richiesta della Bce di ridurre le sofferenze di 10 miliardi di euro. La decisione di Francoforte attesa entro metà luglio


Il titolo di Banca Mps crolla di nuovo in Borsa. In avvio di seduta ha perso il 7,5% e in giornata è arrivata a perdere oltre il 10%, tornando a toccare i suoi minimi storici a 0,35 euro. A innescare le vendite, le indiscrezioni di Repubblica su una presunta lettera della Bce con cui Francoforte avrebbe chiesto alla banca un piano triennale per cedere 10 miliardi di NPL e riportare a livelli fisiologici la percentuali di crediti in sofferenza.

La Bce, in particolare, ha chiesto a Mps (banca finita sotto la Vigilanza europea da novembre 2014) di far scendere le sofferenze lorde a massimi 32,4 miliardi al 2018 dai 46,9 miliardi del 2015, e le sofferenze nette a 14,6 miliardi da 24,2 miliardi, scrive in una nota della banca Mps. “Le richieste della Bce di rispettare alcuni requisiti sui crediti deteriorati sono in linea col programma approvato da Mps e sottoposto alla stessa vigilanza europea per aumentare l'importo delle dismissioni di non performing loans previsto nel piano 2016/2018” aggiunge Mps nella nota con la quale conferma di aver ricevuto una lettera della Bce. Secondo gli analisti sentiti da Reuters, la cessione degli Npl potrebbe portare la banca a nuove ricapitalizzazioni per un importo fino a 4 miliardi, rispetto a 1,1 miliardi dell'attuale valore di Borsa.


Francoforte avrebbe anche richiesto di fornire alla Bce entro il prossimo 3 ottobre 2016 un piano per definire quali misure possano essere adottate dalla banca per ridurre il rapporto tra il totale dei non performing loans ed il totale dei crediti (NPL ratio) al 20% nel 2018. "La Banca - conclude la nota - ha comunque avviato immediatamente le interlocuzioni con la Banca Centrale Europea al fine di comprendere l'esatta portata di tutte le indicazioni contenute nella bozza di decisione e di presentare le proprie deduzioni al riguardo in vista della decisione finale, la cui emissione è prevista entro la fine del mese di luglio 2016”.


Sul fronte legale, invece, venerdì la banca senese ha deciso di patteggiare con 600 mila euro di sanzione penale e una confisca di 10 milioni di euro per le vicende legate alle operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico. Secondo la procura di Milano, le operazioni avrebbero permesso di indicare in bilancio centinaia di milioni di euro di utili mai prodotti effettivamente.

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