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Robo-advisor, questi sconosciuti

8/9/2017

Secondo un recente report della banca britannica HSBC, l'80% degli investitori al dettaglio non comprende e non si fida di questa tecnologia


La mancanza di comprensione e di fiducia rappresenta un ostacolo per l’adozione su larga scala di nuovi servizi innovativi che renderebbero più semplice e più sicura la vita di tutti i giorni di milioni di persone. È quanto emerso da una ricerca condotta da HSBC. Il report, chiamato “Trust in Technology”, evidenzia come alcuni tipi di tecnologie, quali il riconoscimento dell’impronta digitale, quello vocale o i robo-advice hanno un enorme potenziale di utilizzo nel settore bancario per quanto riguarda la sicurezza dei pagamenti via smartphone e per i consigli di investimento.

Tuttavia, milioni di persone non si fidano di queste tecnologie in quanto hanno difficoltà a comprenderle, nonostante i grossi vantaggi che potrebbero trarre dal loro utilizzo: in particolare, le tecnologie meno comprese, secondo il report, sono Blockchain (80%), robo-adviser (69%) e le applicazioni finanziarie integrate sui social media, come ad esempio WeChat o Facebook (60%). Lo studio - che è stato condotto su oltre 12.000 persone in 11 Paesi - rivela che quattro persone su cinque (80%) ritengono che la tecnologia serva a rendere le loro vite più semplici ma meno della metà degli intervistati (46%) ha più fiducia nel riconoscimento delle impronte digitali come sistema di sicurezza rispetto alle password, nonostante sia ben noto il fatto che la lettura dell’impronta sia almeno cinque volte più sicura e più comoda rispetto alla password tradizionale.

L’84% degli intervistati afferma di volere condividere i propri dati personali con i propri istituti di credito solo se questo è necessario per ottenere un servizio migliore, sottolineando però la necessità di informare i clienti in merito ai benefici specifici delle nuove tecnologie. Inoltre, dai dati è emerso che per gli intervistati, non solo è importante che le banche forniscano una protezione delle loro finanze, ma è necessario che queste siano in grado di offrire anche una protezione dei loro dati personali. Ad ogni modo, le persone si fidano di più delle password per potersi identificare (70%), rispetto al riconoscimento dell’impronta digitale, usato da un quinto del campione (21%) e al riconoscimento vocale (6%), nonostante i vantaggi che questi hanno in termini di sicurezza.

Le persone si fidano di più di un robot per un’operazione cardiochirurgica (14%) rispetto alla percentuale che emerge quando si tratta di fare affidamento su un robot per l’apertura di un conto corrente bancario (7%). Solo l'11% degli intervistati avrebbe fiducia in qualsiasi tipo di robot, compresi i chatbot, per aprire conto bancario o per la consulenza sui mutui, nonostante l’enorme capacità delle macchine di analizzare grandi quantità di dati per riuscire a identificare la migliore soluzione.

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