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Intesa Sanpaolo: dopo il wealth management punta sull'insurance

2/6/2018

Oltre la banca: il gruppo guidato da Messina è numero uno nel risparmio gestito in Italia e conta di diventare il quarto operatore nelle assicurazioni ramo Danni. Fideuram pronta a reclutare 1.400 nuovi CF. Non escluse future partnership tra Eurizon e un operatore globale


Intesa Sanpaolo vuole diventare il leader europeo nel wealth management & protection. È questo l'obiettivo numero uno del ceo Carlo Messina (nella foto) che ha presentato oggi i conti del 2017, chiuso con un utile di 3,8 miliardi (escludendo il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi ottenuto per l'acquisizione delle due banche venete), in aumento del 23% rispetto ai 3,1 miliardi del 2016. Il piatto saliente della giornata è stato comunque il piano industriale per il prossimo quadriennio (2018 - 2021). "Su questo piano ci giochiamo la faccia, siamo la bandiera dell'Italia in Europa e nel mondo" ha detto Messina, che punta soprattutto allo sviluppo delle attività insurance accanto al consolidamento del wealth management, il cui sviluppo era stato enfatizzato nel precedente piano industriale.

Il piano al 2021 prevede un risultato netto di gruppo di 6 miliardi di euro nel 2021 (+58%) dai 3,8 miliardi (pro-forma) del 2017, proventi operativi netti a 20,8 miliardi dai 17,8 miliardi del 2017, 1.116 miliardi di asset e 444 miliardi di euro in AUM di risparmio gestito e 197 miliardi di risparmio amministrato. In particolare, il gruppo vorrebbe far crescere i ricavi cogliendo nuove opportunità di business soprattutto nelle assicurazioni danni "retail non - motor" (per diventare nel 2021 la quarta assicurazione danni in Italia con una quota del 7% di mercato; oggi è all'1%), nel private banking, nell'asset management, nel wealth management in Cina, nel corporate e nello sviluppo delle banche estere nell'Est Europa.

Quanto al wealth management, l'obiettivo è il consolidamento della leadership in Italia, con un utile netto della divisione a 1,2 miliardi nel 2021 dagli attuali 0,9 miliardi. Non solo. Intesa conta di diventare uno tra i principali 5 player in Europa del settore e il secondo nell'Eurozona (durante la presentazione Messina ha detto che Fideuram è più profittevole di Julius Baer). Il piano in questo caso prevede in Italia l'inserimento di 1.400 nuovi professionisti in Fideuram ISPB tra promotori finanziari, private banker e funzioni di sede, e lo sviluppo di nuovi modelli di servizio e dedicati ai clienti, tra cui il nuovo canale digitale per acquisire clienti prospettici digitali, e il rafforzamento di servizi già attivati, come la piattaforma Alfabeto che in futuro potrà consentire la gestione completa dell'interazione con i clienti. A livello internazionale sarà rafforzato l'hub svizzero (gruppo Morval), la filiale di Londra e in Cina.

Il potenziamento dell'insurance a fianco del wealth management sarebbe alla base, inoltre, del prossimo avvicendamento ai piani alti delle case prodotto, delle assicurazioni e del wealth management, come anticipato dal Messaggero alcuni giorni fa, con Tommaso Corcos che passerebbe alla guida di Fideuram, mentre Nicola Fioravanti, oltre a Intesa Vita, prenderebbe il timone di Eurizon. La banca non ha commentato le indiscrezioni e Messina, rispondendo alle domande dei giornalisti circa la possibilità di una fusione tra le controllate Fideuram, Intesa Sanpaolo Private banking ed Eurizon, ha detto di non vedere il modo di "collegare la nostra fabbrica prodotti con uno dei distributori interno al gruppo" ribadendo che "non c’è mai stata un'ipotesi di quotazione di Fideuram". "È un'azienda fortissima di cui ho grande piacere di detenere il 100%" ha aggiunto Messina ricordando che il private banking vale l'11% dei proventi del gruppo. 

Passando al piano di sviluppo dell'asset management, esso prevede un'offerta distintiva su prodotti alternativi, in partnership con la divisione insurace, oltre allo sviluppo di prodotti non captive per distributori e investitori italiani ed esteri, all'implementazione dell'approccio "quant" sui multi asset e, anche in questo caso, al potenziamento della filiali di Londra e Cina, dove Messina non esclude accordi con operatori locali. Sempre parlando di Eurizon, Messina durante la presentazione ha detto di essere pronto a fare partnership con un grande operatore globale: "Se c'è possibilità di creare valore per i miei azionisti e creare un campione nell'asset management, è meglio darla nel 2018 e non con un timing non di 2-3 anni". Nel caso in cui si arrivasse a una partnership nell'asset management, Intesa manterrà la maggioranza, ha detto Messina che non intende, invece, fare acquisizioni nel settore del private banking.

Sul fronte della riduzione dei costi, il gruppo conta di tagliare ulteriori 1.100 filiali, oltre alle 160 chiuse nel secondo semestre 2018, facendo leva su Banca 5, l'ex banca dei tabaccai trasformata nella piattaforma multicanale del gruppo per la clientela retail, e sull'offerta fuori sede con gestori a contratto misto, uno subordinato part-time e uno autonomo da consulente finanziario, attivi su tutti i clienti. Previsti 9.000 esuberi e 1.650 assunzioni. La riduzione dei costi passa, infine, anche attraverso l'ulteriore semplificazionme del modello operativo con la fusione di 12 banche territoriali (tra cui Banco di Napoli, Carisbo e CR Firenze) in Intesa Sanpaolo, verso cui confluirà anche Banca IMI, Mediocredito e Banca Prossima.

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