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Bce, Draghi: tassi invariati e guardia alta

7/27/2018 | Greta Bisello

Ultimo discorso del presidente della Banca centrale europea prima della pausa estiva; forward guidance confermata e prospettive per il prossimo futuro tiepidamente positive ma anche estremamente caute, ecco perché


Mario Draghi compie la sua utima fatica prima di settembre e non turba la quiete estiva: tassi invariati così come previsto dai mercati. Un meeting senza sorprese ed estremamente prudente, più che per le prossime mosse della Bce per il contesto circostante con la conferma della forward guidace.  

 

Su questo Johannes Müller, head macro research di DWS: "Dopo le decisioni prese dalla BCE in giugno, non ci si poteva attendere che la riunione odierna del consiglio fosse particolarmente esaltante. La buona notizia è che nonostante le incertezze del protezionismo, la BCE vede l'economia nella zona euro in buona salute e ha confermato le sue proiezioni. I rumors di mercato relativi a un possibile annuncio riguardante la procedura per il reinvestimento delle obbligazioni in scadenza come previsto non sono state soddisfatte. Conclusione: l'uscita dal programma di acquisto è predeterminata, l'inizio di una normalizzazione della politica dei tassi di interesse non avrà luogo prima dell'estate 2019".

 

Andrew Wilson, CEO di Goldman Sachs Asset Managemen International per l’area EMEA e co-head del global fixed income and liquidity solutions team sposta alla fine del 2019 il primo possibile rialzo dei tassi e afferma: "Oltre a ciò, ci aspettiamo un ulteriore rialzo dei tassi per riportare il tasso ufficiale allo 0%, ma riteniamo che ci sia poco margine date le prospettive di inflazione modesta. Il rischio ridotto di deflazione garantisce una certa normalizzazione della politica monetaria, ma a nostro avviso la "low-flation" richiederà un’estensione della politica monetaria accomodante. Certamente la decisione spetterà al successore di Mario Draghi a novembre del prossimo anno”.

 

 

Un elemento che rende più inquieti i sogni del presidente Bce rimane l'inflazione, nonostante i miglioramenti è "troppo presto per cantare vittoria" commenta Draghi da Francoforte. Timothy Graf, responsabile macro strategy per l’area EMEA di State Street Global Markets analizza che: “L' l'inflazione è lontana dal proprio target del 2% e le prospettive per l'Eurozona sono leggermente offuscate dal possibile incremento delle barriere commerciali. In questo contesto, la cautela mostrata in merito alla normalizzazione della politica monetaria sembra più che giustificata. I mercati valutari e dei cambi faranno fatica ad allontanarsi da quello che era un risultato ampiamente atteso”.

 

Dello stesso parere anche Antoine Lesné, responsabile strategia e ricerca EMEA di SPDR ETFs, che sulla crescita e futuro rialzo dei tassi commenta così: "I rischi di downside per la crescita erano già stati messi in evidenza il mese scorso, quando la BCE aveva annunciato la fine del proprio programma di acquisto di asset. I dati deludenti sull’inflazione core di giugno potrebbero causare lo slittamento del primo rialzo dei tassi previsto, ma l’estate 2019 rimane ben posizionata, poiché i dati sottostanti, come quelli relativi ai salari, suggeriscono un’accelerazione dell’inflazione. Non prevediamo ingenti movimenti di mercato in risposta alla decisione di oggi e la recente performance dell’euro rispetto al dollaro potrebbe rimanere stabile”.

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