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Italia, la debolezza delle banche potrebbe frenare il populismo

9/26/2018

Quando i livelli ingenti di liquidità circolanti negli ultimi anni verranno meno lo scenario cambierà e alcuni settori, come quello bancario, ne risentiranno più di altro. I protagonisti in campo ne sono consapevoli e dovranno fare le scelte giuste per non riattivare una crisi nell'Eurozona


Tempo di bilanci a livello di politica monetaria. Dal 2011 la BCE ha fornito quantità ingenti di denaro alle banche e l'Italia è stata uno dei principali beneficiari del programma denominato TLTRO Targeted Long Term Refinancing Operations. Come ricorda l'agenzia Moody's le banche dovranno rimborsare da qui al 2021 una somma pari a 250 miliardi di euro

Andrew Fraser, head of financial credit research di Aberdeen Standard Investments analizza che questo programma avrebbe dovuto incentivare il finanziamento verso l’economia reale, ma molte banche italiane hanno invece utilizzato questi fondi per sostenere la profittabilità, per stabilizzare la raccolta e i ratio patrimoniali.

 

E ora come si comporteranno gli istituti? Secondo l'esperto di Aberdeen: "Non dovrebbe essere un grosso problema per le banche italiane più grandi che hanno accesso a diverse fonti di finanziamento, hanno un’ampia base di azionisti, un modello di business relativamente solido e bilanci molto migliorati. Una larga parte del sistema bancario italiano, però, è in difficoltà". 

Da una parte dunque alcune di esse potrebbero essere costrette a ricorrere proprio a quei finanziamenti di breve termine che si sono prosciugati dieci anni fa lasciando molti istituti con problemi di insolvenza. Altre ancora potrebbero sfruttare l’emissione di obbligazioni sulla clientela retail, una pratica altamente sconsigliata dalla Bce.

E molte semplicemente non hanno la possibilità di trovare fonti di finanziamento alternative a causa dei costi troppo elevati. In questo caso, le banche dovranno ridurre l’indebitamento, tagliare i prestiti e ridurre gli acquisti di BTP e questo potrebbe portare l’Italia a una fase di debolezza economica o, nello scenario peggiore, addirittura a una recessione. Se le banche dovessero acquistare meno debito pubblico, lo spread potrebbe aumentare, segnando lo sgradito ritorno nell’Eurozona di una crisi dovuta allo stretto legame tra banche e titoli di Stato.

 

Non esistono vie di uscita semplici e tutti i protagonisti in campo ne sono consapevoli, " sospetto che anche Matteo Salvini e Luigi Di Maio ne saranno informati mentre si apprestano a definire il budget. Alcune delle proposte di cui si sente parlare metterebbero a dura prova anche un settore bancario solido. In questa fase, però, molte banche italiane sono in terapia intensiva e, quando la spina della liquidità a buon mercato sarà staccata, i politici italiani dovranno assicurarsi che qualsiasi medicina stiano pianificando per gli elettori possa essere tollerata anche dal sistema bancario" conclude Fraser.

 

Questa crudele realtà potrebbe condurre Di Maio e Salvini su sentieri più moderati. Perché perfino loro sanno che il populismo ha i propri limiti quando il risultato genera un danno per il settore bancario, una profonda recessione e gravi perdite sulle obbligazioni bancarie detenute dai propri elettori.

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