Bce: ancora rischi equilibrati o qualcosa cambierà?
In attesa della riunione della BCE di giovedì, non la più attesa dell'anno ma che potrà dare spunti importanti per il compredere l'andamento dell'economia nella zona euro per i prossimi mesi.
Secondo l'analisi di Adrian Hilton, gestore obbligazionario di Columbia Threadneedle Investments: "Il resoconto di Draghi circa una crescita al di sopra della tendenza e la graduale normalizzazione dell'inflazione in un contesto di limiti di capacità sempre più vincolanti, rimane intatta".
Nonostante ciò rimangono ancora nubi all'orizzonte a partire dalla deludente attività di quest'anno e l'oinflazione core ha faticato a superare l'1%.
"Nel frattempo, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina continuano ad aumentare e l'allargamento degli spread dei titoli italiani (rispetto ai rendimenti "core") presenta un rischio di contagio per le banche nazionali e anche più in generale. Siamo in attesa di vedere se la BCE rimane fiduciosa abbastanza da continuare a descrivere i rischi per la crescita come "equilibrati"" prosegue l'esperto.
Gero Jung, chief economist di Mirabaud AM è concorde sul fatto che non emergerà nessuna sorpresa dal prossimo meeting ma rimane preoccupato da alcuni dati: "Gli ultimi dati sull’inflazione sono certamente deludenti sotto questo aspetto, con l’inflazione core che resta al di sotto dell’1% nel confronto su base annuale – durante i 10 mesi precedenti, l’inflazione core media si è attestata all’1,3%. A differenza degli Stati Uniti, non ci aspettiamo che dalla crescita delle retribuzioni emergano pressioni sui prezzi, poiché il ciclo di ripresa dell'Eurozona è ancora in ritardo rispetto agli Stati Uniti. Nonostante la minore disoccupazione, la crescita dei salari nell’Eurozona resta modesta e continuiamo a ritenere che è improbabile la BCE cambi gli attuali tassi di riferimento prima del terzo trimestre del prossimo anno".