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Cresce l'interesse per i robo advisor

10/31/2018

Ma sono il 23% conosce molto bene cosa siano le piattaforme di consulenza automatizzata. Ecco i risultati dell'ultima edizione del CheBanca! Digital Banking Index


I robo advisor sono ancora sconosciuti ai più, ma certo non mancano di appeal. Su 3,4 milioni di utenti di digital banking che posseggono un dossier / conto titoli in Italia, solo il 23% afferma infatti di saperne qualcosa o di conoscere molto bene cosa siano le piattaforme di consulenza automatizzata, una percentuale comunque in crescita di 8 punti rispetto allo scorso anno. È quanto emerge dall’ultima edizione del CheBanca! Digital Banking Index, l’osservatorio che misura come il digitale sta cambiando il rapporto tra banca e clienla, che segnala tuttavia un aumento di sensibilità verso questa innovazione: è tre volte maggiore tra i clienti delle banche digitali rispetto ai clienti delle banche tradizionali. Stando all'osservatorio, dei 3,4 milioni di utenti di digital banking che posseggono un dossier / conto titoli, il 64% (2,2 milioni) gestisce direttamente il proprio portafoglio titoli on-line, mentre il restante 36% dichiara di preferire i canali tradizionali.

Quali sono le motivazioni che spingono gli utenti a non gestire gli investimenti in autonomia? La maggior parte (55%) preferisce affidarsi a professionisti esperti, come ad esempio la propria banca, mentre il 47% indica il sentirsi inadeguato per la mancanza di esperienza o la scarsa disponibilità economica. Nonostante la “delicatezza” delle operazioni, invece, solo un quarto segnala la paura di perdere soldi, di sbagliare o di farsi prendere la mano, mentre il 15% indica come fattore l’incapacità e la mancanza del tempo. Quali sono, invece, le abitudini dei correntisti on-line? Gli utenti preferiscono accedere al proprio conto  via web (tramite computer), pur registrando un trend in calo (dal 75,5% del 2015 al 66,8% del 2018). Al contrario, grazie alla diffusione degli smartphone e delle app, si assiste al boom del mobile banking con il raddoppio degli utenti (+106%), passati dai 3,5 milioni del 2015 ai 7,3 del 2018: oggi quasi quattro correntisti online su dieci (38%) sono utenti di mobile banking.

"L’interesse per i servizi on-line è cresciuto sensibilmente, ma gli italiani non rinunciano al rapporto umano, con la filiale che rimane ancora il punto di riferimento per le operazioni più complesse" dichiara Alessandro D'Agata, d.g. di CheBanca!. "Se l’operatività più semplice come quella informativa - prosegue - e alcune operazioni dispositive sono migrate in buona parte su homebanking e app, circa il 75% dei correntisti online continua invece a recarsi in filiale soprattutto per effettuare operazioni come gli investimenti, la gestione del risparmio e il trading. Per questo stiamo lavorando ad un modello di banca che coniughi al meglio la nostra nativa impostazione digitale con un forte contenuto consulenziale. Solo così saremo in grado di dare una risposta concreta a quella che definiamo la next wealth generation, ovvero a coloro che nell’arco di qualche anno matureranno i bisogni finanziari tipici della clientela affluent in un contesto operativo, tecnologico e regolamentare in continua evoluzione".

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