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Banche: torna l'incubo delle sofferenze

7/4/2019

Il rallentamento dell'economia italiana riaprirà il rubinetto dei crediti deteriorati. È quanto ha spiegato l'Abi in una presentazione ai sindacati


Torna a suonare l'allarme sulle sofferenze bancarie. Colpa del rallentamento dell'economia italiana, che risente della debolezza dei consumi e degli investimenti e che riaprirà il rubinetto dei crediti deteriorati. È quanto scrive l'Abi nello scenario, a tinte fosche, illustrato mercoledì 3 luglio ai sindacati. Nelle 42 slide, presentate dal vice direttore generale Abi, Gianfranco Torriero, e visionate dall'agenzia Radiocor, emergono le difficoltà per le sfide al settore lanciate dall'innovazione digitale, con il rapido cambiamento del modello di business (sempre meno clienti in visita agli sportelli), per la minore redditività e produttività, in media, delle banche di taglia inferiore, come quelle territoriali.

Abi, inoltre, accende un riflettore sulla riapertura del rubinetto delle sofferenze. Nel corso di quest'anno, stimano gli economisti dell'Abi, si interromperà la discesa in atto senza soluzione di continuità da inizio 2015 e i deteriorati, non solo le sofferenze quindi, torneranno a crescere. Nella presentazione, consultata da Radiocor, una slide in particolare indica la risalita del tasso di deterioramento che mette in relazione i nuovi crediti deteriorati con il totale degli impieghi: questo tasso aveva raggiunto un picco poco sotto il 6% nel 2013 per poi avviarsi sul ripido sentiero di discesa da fine 2014; l'anno scorso è planato fino alla soglia dell'1,4% ma nello scenario previsivo dell'Abi da quest'anno cambierà traiettoria e risalirà con una proiezione vicino al 2% per il quarto trimestre 2019.

Nelle slide Abi si ricordano anche le stime di Prometeia, riviste al ribasso, sugli utili netti del biennio 2019-2020. Le banche realizzeranno profitti cumulati nel biennio per 20,2 miliardi secondo la stima rivista dalla società di consulenza bolognese nel maggio scorso. Rispetto allo previsione fatta dodici mesi prima, gli utili delle banche italiane subiranno quindi una decurtazione di oltre 7,6 miliardi (27,8 miliardi).

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