Ennio Doris: “La nostra mission? Operare per il bene dell’ambiente”

Il presidente di Banca Mediolanum spiega che “non condivido tutte le idee di Greta Thunberg, ma vedere quanti milioni di ragazzi è riuscita a portare in piazza mi ha fatto capire quanta sensibilità ci sia fra i più giovani”
03/08/2020 | Redazione Advisor

Ennio Doris, fondatore e presidente di Banca Mediolanum, in una lunga intervista concessa a QN, economia e lavoro, spiega che il Recovery Fund è un primo passo verso il piano Marshall da lui evocato durante la crisi Coronavirus per ridare slancio all’economia. “Parliamo di 390 miliardi a fondo perduto e poi di altri 360 a tassi vicini allo zero, rimborsabili di qui al 2050. Quello che non sono riusciti a fare nell'UE i politici più visionari l'ha fatto il Covid. Il risultato ottenuto in Europa è merito del virus che ha convinto Germania e Francia della necessità di fare qualcosa di concreto. Se non ci fossero riusciti, l'Europa si sarebbe sgretolata”.

A Bruxelles c'è chi non si fida degli italiani: “Mi chiedo: come è stato possibile che uno dei sei paesi fondatori dell'Ue, una delle grandi potenze industriali, sia finito in fondo alla classifica, con una crescita inferiore a quella di Spagna e Portogallo e con un debito pubblico enorme? È chiaro che qualche responsabilità noi italiani ce l'abbiamo. Ed è ora di cambiare”.

La sua ricetta? “Politiche fiscali adeguate, interventi per stimolare l'economia e la semplificazione, investimenti in infrastrutture. Ecco, fermiamoci sulle infrastrutture. Ce ne è una che è il simbolo della nostra miopia”.

Quale? “Il ponte di Messina. All'estero si gettano ponti di decine di chilometri e noi non siamo stati in grado di costruirne uno per coprire un chilometro di mare. E in compenso paghiamo il prezzo di una minore competitività e di costi più alti per l'energia”.

E sull’operazione Intesa-Ubi dice: “Inevitabili altre aggregazioni. È come una corsa a eliminazione. In qualsiasi settore quando si parte si è in tanti, ma qualcuno si perde per strada. In Italia agli inizi del Novecento sono nate 300 fabbriche di automobili, 70 solo a Torino. Ma quante ne sono rimaste oggi? Lo stesso sta succedendo nel mondo delle banche. Quella fra Intesa e Ubi è la prima fusione. Nata non per decisione delle due imprese, ma dall'offerta di quella più grande. Succederà ancora”.

“La mission di Banca Mediolanum è sempre stata quella di soddisfare bisogni e aspettative dei clienti”, spiega Ennio Doris. “Ora però è arrivato il momento di esplicitare un'altra nostra vocazione, intrinsecamente presente da sempre nel nostro lavoro. Quella di adoperarci per il bene dell'ambiente e di chi vive intorno a noi”. Questa l'anima del progetto Flowe, l'ultima novità in casa Mediolanum. La società, creata per presidiare un segmento di mercato destinato ad ampliarsi, punta a intercettare soprattutto le esigenze del target più giovane.

“Non condivido tutte le idee di Greta Thunberg - confessa Doris - ma vedere quanti milioni di ragazzi è riuscita a portare in piazza, in tutto il mondo, nel nome dell'ambiente mi ha fatto capire quanta sensibilità ci sia oggi fra i più giovani anche sui grandi temi. Non credo si possa arrivare a controllare l'ambiente. Possiamo, però, controllare le emissioni di Co2 o il consumo della plastica. Credo che tutto quanto possiamo realmente fare per il bene del pianeta, abbiamo il dovere di farlo. Anche come banca”.

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