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Brexit: per intermediari britannici in Italia servono autorizzazioni

11/10/2020

È quanto ricordato da Bankitalia in una nota dove si legge: "Banche, istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica non potranno più operare nel nostro Paese in base al principio del mutuo riconoscimento"


Il 31 dicembre 2020 è sempre più vicino. La data sancisce la scedenza del periodo di transizione previsto dall'accordo su Brexit.

Con il completamento dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea "gli intermediari britannici – banche, istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica – non potranno più operare in Italia in base al principio del mutuo riconoscimento. Pertanto, dopo il 31 dicembre 2020, la prestazione di servizi bancari e finanziari da parte di questi intermediari sarà da considerarsi abusiva ai sensi di legge, a meno che non siano stati nuovamente autorizzati in Italia in base al regime in vigore dal 1° gennaio 2021" è quanto riportata Bankitalia in una nota.

"In mancanza di una nuova autorizzazione essi dovranno aver cessato la propria operatività o trasferito i contratti a un altro intermediario autorizzato. Per evitare disagi e disservizi alla clientela la Banca d’Italia ha più volte sollecitato gli intermediari con sede nel Regno Unito a pianificare e avviare le attività necessarie per affrontare la Brexit in modo ordinato e a informare la propria clientela italiana degli effetti sui rapporti in essere (vedi link). È tuttavia possibile che non tutti i clienti abbiano ricevuto queste informazioni. Considerato l’approssimarsi della scadenza del 31 dicembre, si invitano i clienti di questi intermediari a verificare di avere ricevuto un’informazione adeguata e completa" prosegue l'istituto guidato da Ignazio Visco.

 

Il consiglio e la sollecitazioni sono quelle di prendere al più presto contatto con l'intermediatorio, visto che la scedenza si avvicina, così da ottenere indicazioni sulla possibilità di proseguire o meno i rapporti in essere; "i contatti degli intermediari possono essere reperiti anche sul sito dell’Autorità competente per il Regno Unito, la Financial Conduct Authority" conclude Bankitalia. 

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