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Le cinque sfide delle banche europee

7/8/2021

Nel mondo post-Covid il settore ha l’opportunità irripetibile di assumere un ruolo di leadership nel guidare la ripresa economica. Il report di Oliver Wyman


Cosa è cambiato nell’ultimo anno nel settore bancario? E in che modo le banche possono guidare la ripresa economica europea? Sono tra i temi approfonditi da Oliver Wyman nell’edizione 2021 del report annuale sulle banche europee dal titolo “Ready To Lead. How Banks Can Drive the European Recovery”. Secondo la società di consulenza “le banche europee hanno un’opportunità irripetibile. Sostenendo la ripresa dalla pandemia e aiutando ad affrontare alcuni dei grandi problemi che affliggono l’economia europea, il settore può acquisire un forte senso di scopo, far crescere i profitti e garantire la sua continua rilevanza”. In particolare la società di consulenza globale individua cinque specifiche sfide che le banche devono affrontare per guidare concretamente la ripresa.

 

La prime due sfide sono di breve termine, da gestire nei prossimi due anni, e riguardano la transizione dal regime di finanziamenti di emergenza e il supporto all’implementazione degli investimenti previsti dal Next Generation Ue. La prima sfida vale circa 20 miliardi di euro di ricavi nel 2022 e nel 2023, e per affrontarla è necessario che le banche aiutino a rimuovere i programmi di prestito di emergenza adottando approcci standardizzati, minimizzando al contempo le insolvenze e il numero di aziende “zombie”. La seconda sfida è strettamente legata alla prima e consiste nel lancio di nuovi approcci ai prestiti garantiti dal settore pubblico, promuovendo gli investimenti nella ripresa, rafforzando l’advisory sulla finanza aziendale e passando ad un modello di co-investimento. Oliver Wyman prevede che in questo ambito le cifre in campo si attestino intorno ai 20 miliardi di euro di ricavi legati al Next Generation Ue, a cui vanno sommati altri 15-20 miliardi di euro legati all’Unione del Mercato dei Capitali.

 

La terza è una sfida di medio termine, da gestire nell’arco dei prossimi cinque anni, e riguarda il supporto alla transizione energetica. E’ necessario che il settore bancario si attivi nello sviluppo di nuove opportunità di finanziamento e di investimento, mettendosi alla guida dell’agenda del cambiamento. Una sfida il cui impatto si può stimare in un aumento dei ricavi per le banche compreso tra i 25 e i 50 miliardi di euro.

 

Le ultime due sono sfide di lungo termine, da gestire su un orizzonte temporale superiore ai cinque anni, e riguardano il supporto all’economia digitale e la costruzione di una nuova infrastruttura finanziaria. Riguardo all’economia digitale, Oliver Wyman osserva che nei prossimi 10 anni “è possibile che le nuove modalità di accesso ai prodotti bancari arrivino a rappresentare il 10% del mercato del credito non ipotecario, dei depositi, del forex e del mercato dei pagamenti per i clienti retail e le PMI. Dato che questi nuovi ecosistemi tendono a fornire prodotti a più breve termine e con margini più elevati, ciò potrebbe equivalere a 40 miliardi di euro di ricavi. In questo ambito le banche dovranno essere aggressive, per competere con gli attori fintech e big tech in rapida evoluzione, e sviluppare servizi ed ecosistemi incentrati sul cliente, oppure optare per uno dei numerosi approcci di partnership che forniscono finanza integrata".

 

Venendo all’ultima sfida, si tratta di espandere il ruolo positivo delle banche nel contesto della costruzione di una nuova infrastruttura finanziaria. Il report evidenzia che sono all'orizzonte “cambiamenti radicali nella sottostante infrastruttura finanziaria europea. Le valute digitali delle Banche centrali sono state promosse a causa di problemi di controllo geopolitico e di politica monetaria. Queste valute potrebbero essere davvero dirompenti, mettendo a rischio dai 10 ai 25 miliardi di euro di ricavi se arrivassero ad attrarre il 20% dei depositi totali. Più in generale, il sistema bancario deve adottare un approccio collaborativo, impegnandosi con i governi e con le autorità di regolamentazione per identificare e apportare miglioramenti a livello di sistema. Sono in corso iniziative nell’ambito dei pagamenti e della criminalità finanziaria e ulteriori iniziative in termini di efficienza dei costi e dati possono fornire un sistema più resiliente ed efficiente”.

 

In mezzo a tutto questo, Oliver Wyman avverte che il lavoro di razionalizzazione, consolidamento, digitalizzazione e riduzione dei costi deve continuare. Dovrebbe essere messa in agenda un'ulteriore riduzione del cost-income di 5 punti percentuali, risparmiando almeno 30 miliardi di euro.

 

Focalissandosi sulla situazione delle banche italiane, Claudio Torcellan, responsabile dei servizi finanziari per Oliver Wyman nel Sud Est Europa, ha commentato: “In Italia, le banche avranno un ruolo chiave nel rilancio dell’economia del Paese. Nell’immediato futuro, da un lato agendo proattivamente per mitigare l’impatto della fine dei meccanismi transitori di supporto all’economia - come le moratorie - che in Italia sono stati rinnovati più a lungo che negli altri paesi europei per il duro impatto del COVID; dall’altro prendendo un ruolo attivo nell’implementazione del Recovery Plan – considerando che l’Italia, oggi il maggiore beneficiario dei fondi comunitari, ha storicamente avuto grandi difficoltà nell’utilizzo di questi fondi -, attraverso la concessione di ulteriore finanza e la facilitazione della trasmissione dei fondi destinati direttamente alle PMI. In un’ottica di più ampio respiro, le banche potranno farsi parte attiva nello sviluppo dei mercati dei capitali in Italia, dove il rapporto tra le società quotate e il Pil è uno dei più bassi d’Europa, anche nel contesto dell’operazione Euronext-Borsa Italiana.”

 

In conclusione, la posta in gioco per il settore bancario europeo è davvero alta: complessivamente il superamento o meno di queste cinque sfide vale 160 miliardi di euro, che corrisponde al 25% dei ricavi. “Se le banche saranno all'altezza delle sfide, rafforzeranno la fiducia dei clienti e la loro posizione centrale nell'economia” osserva ancora il report. “In caso contrario, le banche saranno costrette a sostenere l'agenda pubblica e si troveranno ad affrontare lo stesso attivismo degli azionisti recentemente sperimentato nel settore petrolifero. Abbracciare il cambiamento e guidare la ripresa è il modo migliore per le banche di prosperare ed evitare di essere emarginate”.

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