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Massimo Doris: “Ecco perché abbiamo detto no alle rete di Deutsche Bank”

10/7/2021 | Redazione Advisor

L’a.d. di banca Mediolanum spiega che “la cultura aziendale e la strategia commerciale di quella rete differiscono profondamente dalle nostre, per esempio con il forte ricorso da parte loro ai fondi d'investimento di terzi”


“Un dossier è finito anche sul mio tavolo, naturalmente lo abbiamo valutato ma alla fine abbiamo deciso di lasciar perdere. Primo perché la cultura aziendale e la strategia commerciale di quella rete differiscono profondamente dalle nostre, per esempio con il forte ricorso da parte loro ai fondi d'investimento di terzi. Inoltre, nel pacchetto c'era uno stock di crediti alle imprese non in linea con la nostra vocazione, da sempre rivolta pressoché esclusivamente ai privati e alle famiglie”. Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, con un’intervista MoltoEconomia, rivela perché l’istituto non ha preso in considerazione l’acquisto della rete di Deutsche Bank.

Secondo lei è per le stesse ragioni che Mediobanca si è tirata indietro? “Credo che quella rete avrebbe sicuramente avuto più senso se unita a Mediobanca, ma Zurich è stata più veloce e soprattutto sembra che abbia offerto un prezzo più alto. Se da Mediobanca non hanno rilanciato vuol dire che ai loro occhi non lo meritava”. A proposito di Mediobanca, quali reali possibilità hanno le nozze con Mediolanum? “Sul punto sono sempre stato molto chiaro. E d'altro canto, lo stesso Alberto Nagel ha usato parole nette dicendo che sarebbe un matrimonio bellissimo, ma la famiglia Doris non è interessata”.

Non pochi prestigiosi advisor però ritengono che avrebbe senso. “Che abbia senso strategico è un fatto, non fosse altro perché siamo due entità complementari e non ci pestiamo i piedi in nessun campo. Ma, ripeto, io non sono interessato. Quantomeno non nel medio periodo”.

Che cosa non la convince? “Mi spiego. Unendoci a Mediobanca si farebbe economia di scala e quindi nella nuova entità il risultato immediato per la mia famiglia, vista la somma degli utili, sarebbe un notevole aumento dei dividendi. Il punto è che non è questo il nostro principale interesse. In secondo luogo in Mediolanum domina una cultura molto identitaria e distintiva, introdotta da mio padre, che alla fine è diventata una bandiera per noi tutti. L'unione con un istituto che ha storia diversa, tradizioni diverse, scopi diversi, cultura diversa, valori diversi, non sarebbe scontata, soprattutto per la rete che in Mediolanum è una pietra angolare. Insomma, i rischi sono alti. E poi c'è un problema di governane”. Ovvero, di chi dovrebbe prendere la guida? «Oggi la mia famiglia controlla il 40% di Banca Mediolanum mentre il 30% è nelle mani di Fininvest, un socio per cui abbiamo grande rispetto, che ci ha sempre seguito con attenzione e che non ha esitato quando c'era da mettere mano al portafogli. In una parola, stiamo bene così. Tra l'altro, stiamo crescendo a una velocità che mai avremmo pensato, abbiamo superato i rigori del lockdown che meglio non si poteva. Non vedo perché interrompere un ciclo tanto favorevole per un percorso che fatalmente porterebbe delle incognite”.

MI aspettavo dicesse altro, che si riferisse al fatto che la gestione della nuova entità limiterebbe il potere decisionale della sua famiglia in azienda. “C'è anche questo tema. Non ho problemi a riconoscerlo. Vede, il mio interesse di amministratore-azionista non traguarda la trimestrale o la semestrale, la mia è una visione a cinque, dieci anni. Non ho bisogno di "campagne elettorali" per ingraziarmi questo azionista o quell'altro. E a volte mi permetto di fare scelte che in una public company non potrei”.

E su suo padre che Ennio che ha annunciato a settembre l’addio alla presidenze dell’istituto dice: “Ci ha messo il cuore e l'anima e io da oltre dieci anni continuo nel solco dei suoi ideali, dei suoi valori, evolvendo con lui. Oggi come ieri e in futuro, anche quando non ci sarà più. La banca oggi ha un brand riconosciuto e apprezzato da tutti perché è l'espressione concreta dell'educazione che lui ha avuto dai suoi genitori, interamente basata su onestà, trasparenza, altruismo, libertà: pilastri solidi che non ha mai tradito, pur partendo da zero, e sempre con un'idea di fare qualcosa di buono e di utile per tutti”.

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