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Italia, i segnali di resilienza inducono all’ottimismo

3/18/2022 | Daniele Riosa

Per i cio di Deutsche Bank “buone notizie arrivano dalla ripresa dei consumi delle famiglie”


“L’economia italiana dovrà affrontare molte sfide nel corso del prossimo anno”. Come prevedono Alberto Fadelli, head chief investment office Italy e Matteo Fava, investment officer Italy di Deutsche Bank, “oltre a fattori esogeni come l'aumento dei costi energetici e del prezzo dei beni intermedi, un fattore altrettanto importante è legato all'evoluzione della pandemia e della situazione internazionale e alle conseguenti limitazioni con effetti sulla fiducia delle imprese”.

“I segnali di recupero - constatano gli esperti - devono essere valutati attentamente. Ad esempio, la ripresa del mercato del lavoro è apparsa molto forte: tra il 3° trimestre 2020 e il 3° trimestre 2021 i livelli occupazionali sono aumentati del 2,2% e la quota di persone inattive tra i 15 ei 64 anni è diminuita del 3,3%. Tuttavia, guardando in dettaglio i numeri, la ripresa ha visto un aumento sostanziale dei dipendenti a tempo determinato (+13,3% vs il 3° trimestre 2020) con un aumento molto meno pronunciato degli occupati a tempo indeterminato (+1,5% vs il 3° trimestre 2020)10. Il tasso di disoccupazione complessivo rimane elevato al 9%, contro una media dell'Eurozona attorno al 7%11”.

“Buone notizie - rilevano gli economisti - arrivano però dalla ripresa dei consumi delle famiglie (nonostante sia ancora al di sotto dei livelli pre-Covid), da un tasso di risparmio che si mantiene ancora su livelli elevati e da un rapporto debito/PIL complessivo delle famiglie inferiore a quello comparabile dell'Eurozona (43,8% vs 60,8%). In tema di finanza pubblica, il MEF prevede una riduzione del disavanzo primario nel triennio 2021 – 2024 e una riduzione del rapporto debito/PIL da oltre il 153% nel 2021 al 146% nel 2024. La scadenza media del debito del Paese è nuovamente aumentata nel 2021, a 7,11 anni e il costo medio si è attestato intorno al 2,3%. Il 28 febbraio 2022 il rendimento di un BTP con scadenza a 7 anni era dell'1,353%, significativamente inferiore al costo medio attuale del 2,3%12, quindi alcuni benefici dal rifinanziamento del debito pubblico sono ancora possibili”.

“Alla scadenza media dei titoli di debito emessi - proseguono gli analisti - si è abbinata una costante diminuzione della quota di strumenti a tasso variabile, il che significa che il debito italiano ha caratteristiche diverse rispetto al passato: le emissioni a tasso fisso rappresentano ad oggi oltre il 70% dell’indebitamento in essere".

“Le sfide economiche per l’Europa e l'Italia - concludono i cio Deutsche Bank - avranno un impatto sulla crescita e sul percorso di ripresa economica e occupazionale nei prossimi anni. Ma i segnali di resilienza esistenti (ad esempio sulla produzione industriale e sulla fiducia dei consumatori) suggeriscono che rallentamenti economici possono essere gestiti e ci danno fiducia per il futuro”.

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