Tempo di lettura: 4min

Finanza sostenibile, l’endorsement di Mossa

11/17/2022 | Daniele Riosa

L’a.d e d.g. di Banca Generali scrive che “nel mondo della consulenza e del private banking l'impegno alla diversificazione, protezione e pianificazione dei progetti di vita rappresenta una stampella sociale importante per la costruzione del futuro”


Gian Maria Mossa utilizza la sua pagina LinkedIn per fare una riflessione sulla sostenibilità dal titolo “Crescita demografica, la finanza sostenibile per guardare al lungo periodo”.

L’amministratore delegato e dierettore generale di Banca Generali, nel suo post, scrive che “otto miliardi, è il numero di abitanti del pianeta secondo l’ultima stima fatta dall’ONU che ne prevede ben 9 per il 2037. Una crescita demografica senza precedenti se pensiamo che solo 70 anni fa la popolazione si attestava su circa 2,5 miliardi di persone. Sono numeri questi che da un lato dimostrano i progressi nelle aspettative di vita dal contributo della scienza e dai miglioramenti sociali, dall'altro ci invitano a riflettere sulle responsabilità e l'impegno di ciascuno nelle sfide per un futuro sostenibile. Oggi, giustamente, grande attenzione è rivolta alle sfide climatiche ed alla salvaguardia dell’ambiente, temi non più procrastinabili che stanno già avendo impatti devastanti sul nostro pianeta. Ma il tema demografico, a causa di effetti meno ‘visibili’ o meno ‘eclatanti’ almeno nel breve, rischiano di compromettere la sostenibilità del nostro pianeta da un punto di vista sociale, con povertà, flussi migratori oltre ai nodi sulla redistribuzione e accesso alle risorse, per citare alcuni esempi tra i grandi rischi che devono essere affrontati con politiche di lunghissimo periodo”.

Mossa rileva che “al trend di declino della natalità dell’Europa, che vede Roma e Berlino fanalino di coda nelle nascite con una curva negativa ed un età media che viaggia tra i 46 e i 48 anni, si contrappone una crescita esponenziale dell’India e dell’Africa che riporta al centro il dibattito sulla sostenibilità economica di determinate realtà produttive, di sistemi di welfare e previdenziali occidentali schiacciati dall’invecchiamento della popolazione, mentre per i Paesi ‘giovani’ la strada pare comunque in salita per le asimmetrie finanziarie, la bassa scolarizzazione e la carenza di infrastrutture prodromiche allo sviluppo imprenditoriale. E’ solo di un paio d'anni fa la notizia che il nostro Paese è tornato sotto quota 60 milioni e le proiezioni per i prossimi decenni indicano un ulteriore accelerazione di questa decrescita. Crisi dei modelli sociali tradizionali, pressioni economiche, occupazione giovanile e rischi legati all'emigrazione del lavoro specializzato, politiche sull’immigrazione, sono tematiche sempre più urgenti che fanno comprendere quanto sia difficile la sfida per il nostro Paese; ma è proprio da qui che dobbiamo ripartire se vogliamo garantire un futuro al nostro Bel Paese”.

“Di fronte a queste sfide - prosegue l’a.d. - l’auspicio è certamente quello di politiche orientate al lungo periodo in grado di favorire uno sviluppo che tenga conto del benessere delle persone e della sostenibilità delle risorse. La finanza, sebbene spesso additata come motore di speculazione e amplificatore di differenze sociali, sta prendendo con decisione una rotta ben precisa nell’indirizzare gli investimenti. I grandi colossi finanziari globali, a partire dalle banche americane ai grandi operatori europei fino ai fondi sovrani, stanno progressivamente sposando sempre di più i temi della transizione sostenibile, della trasparenza di governance e della centralità delle persone, alzando progressivamente l’asticella nella direzione delle proprie scelte. Gli stessi regolatori cercano di tenere il passo nella definizione dell’architrave della tassonomia e nelle norme di classificazione delle dinamiche ESG prendendo spunto dalle best-practices in continua evoluzione sul mercato. E’ ovviamente solo un inizio che porta con se anche paradossi e comportamenti non sempre allineati agli obiettivi, ma che comunque hanno il pregio di avere portato al centro dell’attenzione le tematiche ESG. Complessivamente sta emergendo chiara la visione secondo cui il valore e l'etica nelle scelte dell'investitore possono rafforzare gli effetti dell'investimento stesso e garantire risultati concreti nel lungo periodo sia sul fronte del rendimento che sul fronte sociale”.

“Per fare tutto ciò – conclude Gian Maria Mossa - occorre essere credibili e coerenti nei propri obiettivi aziendali e adoperarsi al fine di garantire la fiducia dei risparmiatori creando un sistema trasparente di misurazione dell'efficacia degli impegni verso la sostenibilità. Nel mondo della consulenza e del private banking l'impegno alla diversificazione, protezione e pianificazione dei progetti di vita rappresenta una stampella sociale importante per la costruzione del futuro. Questa è la direzione che anche come Banca Generali abbiamo scelto di tracciare, fatta di innovazione, attenzione a tutti gli stakeholders e spinta al progresso attraverso modelli inclusivi. Perché tutto dipende dalle persone e crediamo che il migliore investimento sia sempre su di loro”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?