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Banca Mediolanum, Doris prevede “un 2023 ancora in crescita”

1/10/2023 | Redazione Advisor

L’a.d. spiega che “il nostro modello di business, non legato alle imprese, ma al risparmio dei privati, ci ha sempre permesso di mantenere la rotta anche in acque agitate”


“Il 2022 è stato il secondo miglior anno di sempre dopo il 2021 per i risultati commerciali. Mentre l'erogazione crediti è la migliore in assoluto con 4 miliardi di erogato contro 3,9 miliardi dell'anno precedente. E abbiamo anche sfondato la soglia dei 6.000 family banker tra Italia e Spagna. Un dicembre eccellente ha chiuso un altro anno di successi che portano a 8,3 miliardi il totale della raccolta 2022”. Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, con un’intervista a Il Messaggero, fa un bilancio dell’anno appena trascorso.

E per il 2023 prevede che “siamo qui oggi (ieri, ndr) alla Nuvola di Roma con circa la metà delle reti per proiettare un 2023 ancora in crescita. Anche perché il nostro modello di business, non legato alle imprese, ma al risparmio dei privati, ci ha sempre permesso di mantenere la rotta anche in acque agitate”.

Anche il 2023 appare un anno insidioso, con una corsa all’aumento dei tassi che potenzia il rischio di recessione. “Questo è il tema più delicato del 2023, ma gli ultimi segnali registrati in Europa fanno pensare che la Bce possa allentare prima del previsto la stretta. Ora che i prezzi si sono riportati vicini ai livelli pre-crisi, anche l’inflazione rientrerà più velocemente del previsto e la Bce non potrà non tenerne conto. Non possiamo rischiare uno stop brusco dell’economia che infiammi la disoccupazione. Il 2023 sarà un anno complesso per tutti in rapporto al Pil. Il punto è rallentare meno degli altri. Del resto, il 2022 è andato ben oltre le previsioni per l’Italia, e se teniamo la rotta possiamo recuperare un altro pezzo di competitività”.

Cosa significa il 2023 invece per il sistema bancario? “L'aumento dei tassi è un'opportunità per i conti, ma la grana Npl in caso di recessione non si può sottovalutare. Inoltre, dopo anni di faro Bce sul rafforzamento patrimoniale ora si è aggiunto il rischio cambiamenti climatici da ponderare. Le banche italiane sono ora molto più forti. Certo, è difficile dire quanto una recessione può far alzare il livello di allerta su Npl e mutui, questo dipenderà anche dal livello di aggressività della Bce nei prossimi rialzi dei tassi, ma non vedo un rischio-crisi all'orizzonte per le banche”.

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