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Eurovita, 2 miliardi dalle banche per le domande di riscatto

4/4/2023 | Redazione Advisor

Si starebbe ragionando attorno a un cifra complessiva di 400 milioni così suddivisi: 100 milioni in capo alle banche distributrici (Fideuram, Fineco, Credem e Sparkasse), 100 Civen e 200 milioni da parte del settore assicurativo


Per il salvataggio di Eurovita si starebbe delineando un progetto alternativo. Un piano, come si legge su Il Sole 24 Ore, capace comunque di coinvolgere tutte le forze già in campo, sebbene con ruoli diversi. Partendo dai dettagli dell'operazione al momento sul tavolo, che avrebbe ricevuto un via libera di massima sia livello istituzionale che governativo, il punto centrale è l'ammontare dell'iniezione di liquidità necessaria a ripristinare una Solvency adeguata.

A tal proposito si starebbe ragionando attorno a un cifra complessiva di 400 milioni così suddivisi: 100 milioni a carico di Cinven (già versati), ossia l'attuale l'azionista di controllo della compagnia, 100 milioni in capo alle banche distributrici, e dunque Fideuram, Fineco, Credem e Sparkasse, e 200 milioni da parte del settore assicurativo, e in particolare in campo ci sarebbero Generali, Intesa Sanpaolo Vita, Poste, Unipol e Allianz.

Ciascuno contribuirebbe all'iniezione di mezzi freschi in proporzione alle riserve vita in portafoglio. L'aumento di capitale, sulla carta, dovrebbe permettere di riportare l'indicatore di solidità del piccolo gruppo assicurativo attorno al 150%. A questo si aggiungerebbe un finanziamento da parte delle banche distributrid: negli ultimi giorni gli istituti bancari coinvolti nell'affaire Eurovita avrebbero preso in esame la possibilità di attivare una linea di credito dal valore complessivo di 2 miliardi circa.

La linea creditizia costituirebbe una sorta di "rete di protezione" a cui la compagnia Eurovita farebbe affidamento per finanziare i riscatti delle polizze della clientela a partire dal 30 giugno, ovvero un a volta che il commissariamento (e il relativo blocco ai riscatti) sarà arrivato al capolinea. Così facendo, le banche permetterebbero alla compagnia - almeno in teoria - di non dover registrare le pesanti minusvalenze sulle polizze delle gestioni separate (legate alle vendite dei titoli di Stato), e nel contempo eviterebbero il blocco ai riscatti Sempre che il numero dei riscatti sia contenuto nelle dimensioni.

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