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Eurovita, tra i nodi da sciogliere c’è anche il caso dipendenti

5/11/2023 | Redazione Advisor

Mercoledì c'è stata una nuova riunione tra i soggetti interessati al piano di salvataggio, ovvero le compagnia di assicurazioni e le banche coinvolte nella distribuzione delle polizze Eurovita (Fineco, Fideuram, Credem, Sparkasse e Banca popolare di Puglia e Basilicata)


Anche i dipendenti sono in attesa di una soluzione del caso Eurovita. Le 230 persone occupate nel ramo Vita, come si legge su MF Milano-Finanza, devono capire dove saranno trasferite e la questione non è di poco conto visto che mentre tre delle cinque assicurazioni (Intesa Sanpaolo Vita, Allianz e Generali) hanno sede a Milano proprio come Eurovita, le altre due, Poste Vita e Unipol, hanno invece sede rispettivamente a Roma e a Bologna Ieri c'è stata una nuova riunione tra i soggetti interessati al piano di salvataggio di sistema, ovvero le compagnia di assicurazioni e le banche coinvolte nella distribuzione delle polizze Eurovita (Fineco, Fideuram, Credem, Sparkasse e Banca popolare di Puglia e Basilicata), per discutere dei tanti nodi ancora da sciogliere.

Come anticipato da MF-Milano Finanza, in campo sono scesi anche super consulenti con l'obiettivo di accelerare la definizione di un piano entro fine giugno, quando scadrà la proroga dei riscatti delle polizze decisa da Ivass per evitare la corsa ai rimborsi prima del tempo. Le banche hanno dato mandato a Vitale e Co e l'amministrazione straordinaria, guidata da Alessandro Santaliquido, ha invece chiesto il supporto di Kitra e della studio Legane. Manca ancora un rappresentate delle compagnie che possa sedere al tavolo delle trattative con una voce unica.

Ma, intanto la discussione va avanti. Ieri, racconta chi ha partecipato all'incontro, si sono fatti passi avanti anche se ancora non risolutivi e l'impegno resta quello di rivedersi presto. Con aspetti tecnici da definire tutt'altro che secondari. C'è per esempio chi osserva come la strada di cedere alle cinque compagnie altrettanti rami d'azienda di Eurovita sia piuttosto complicata. La definizione di ramo d'azienda, che consente ex lege il passaggio dei rapporti di lavoro da cedere prevede infatti l'esistenza di una unità organizzativa autonoma già prima della cessione del ramo. Nel caso di Eurovita, invece, non solo il ramo d'azienda non esiste, ma ne andrebbero creati addirittura cinque che difficilmente potranno essere considerati autonomi.

Il rischio di contenziosi potrebbe quindi essere elevato nel caso in cui i lavoratori non accettino la destinazione. Questione che potrebbe essere risolta con accordi con i dipendenti ma i tempi rischiano di allungarsi. L' alternativa potrebbe essere invece quella del passaggio alle cinque compagnie chiamate in campo dei soli portafogli Vita, senza quindi la cessione del ramo. Un'opzione, quest'ultima, che avrebbe il vantaggio di rispettare in pieno la normativa ma anche di invogliare i dipendenti ad aderire alle proposte di ricollocazione nelle compagnie subentranti, visto che l'alternativa sarebbe il licenziamento, a questo punto pienamente legittimo, con Eurovita che, attivando una sola procedura, potrebbe considerare tutti i dipendenti come esuberi. Scelte che andranno fatte nei prossimi giorni.

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