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Eurovita, per i riscatti serve prorogare la data del 30 giugno

5/12/2023 | Redazione Advisor

Anche se appare improbabile che l'Ivass possa procrastinare ancora il blocco delle polizze se non per un lasso di tempo limitato, utile a dar modo ai soggetti coinvolti di ultimare i dettagli tecnici del riassetto


Uno spezzatino composto da 5 pezzi. Questa è la soluzione a cui si dovrebbe arrivare per salvare Eurovita e le polizze sottoscritte dai risparmiatori. Come scrive Il Sole 24 Ore, si pone un tema di tempi, stretti, troppo stretti per poter dar vita a un break up così complesso com'è la spartizione tra i cinque big assicurativi (Intesa Vita, Generali, Poste, Unipol e Allianz) di un pacchetto di premi da oltre i miliardo di euro.

Farli confluire sotto insegne diverse, anche per banali questioni di pratiche amministrative, potrebbe richiedere una tempistica non allineata con le esigenze dell'attuale tabella di marcia. Il 30 giugno infatti termina il blocco dei riscatti imposto dall'Ivass. Soluzione adottata dall'Autorità per evitare una fuoriuscita incontrollata dei capitali che avrebbe potuto mettere a repentaglio l'azienda e soprattutto il destino di alcune polizze.

L'intervento, però, per quanto necessario non è stato ben accolto dai sottoscrittori desiderosi, in questa situazione di prolungata incertezza, di recuperare quanto prima i capitali investiti. Ecco perché appare improbabile che l'Authority possa procrastinare ancora il blocco delle polizze se non per un lasso di tempo limitato, utile a dar modo ai soggetti coinvolti di ultimare i dettagli tecnici del riassetto.

Lo schema allo studio è infatti complesso e prevede la divisione di Eurovita in cinque rami d'azienda, tutti della stessa dimensione, che verrebbero poi rilevati dai big. In questo modo scomparirebbe la compagnia e il brand mentre i sottoscrittori delle polizze si ritroverebbero con in mano un contratto con Generali oppure con Unipol, Allianz, Poste o Intesa, ovviamente con tutte le garanzie che ciò comporta. In altre parole, il comparto si farebbe carico del rischio assicurativo e dei costi connessi all'integrazione del ramo d'azienda, compreso l'assorbimento del personale ad esso correlato. Tutto ciò mettendo sul piatto un controvalore complessivo stimabile in 500 milioni.

È comprensibile che tutto questo non possa essere realizzato in appena un mese e mezzo, solo la migrazione delle polizze richiederebbe tempistiche ben più lunghe. Ecco perché, nel solco dello schema a cinque appena delineato, l'obiettivo sarebbe quello di arrivare per fine giugno con un accordo vincolante sottoscritto tra tutti i soggetti seduti attorno al tavolo. Un passaggio sufficiente, si spiega, per poter sciogliere l'ultimo nodo rimasto: il coinvolgimento nella partita delle banche distributrici, ossia gli istituti che hanno collocato presso i loro clienti contratti Eurovita, e dunque Sparkasse, Credem, Fineco e Fideuram. Messo il sigillo all'intesa a cascata potrebbe dunque scattare il via libera ai riscatti.

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