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Eurovita, salvataggio più vicino ma rimane il nodo riscatti

5/26/2023 | Redazione Advisor

Un accordo di massima tra mondo assicurativo e bancario ci sarebbe, tuttavia gli istituti di credito coinvolti avrebbero chiesto alcune “piccole condizioni correttive”


Il salvataggio di Eurovita sembra più vicino. Le cinque banche più coinvolte nella distribuzione dei prodotti della compagnia finita in amministrazione straordinaria, infatti hanno fatto una controproposta al mondo assicurativo. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, dopo diversi incontri tenutisi negli ultimi dieci giorni, ce ne sarebbero stati due decisivi mercoledì sera e ieri, quando si sono riuniti tutti i rappresentanti delle banche. Proprio dopo quest'ultimo meeting è stata formalizzata la risposta alla bozza di accordo delle banche collocatrici (le più esposte) con un peso di oltre il 90% circa sul monte polizze.

Ad affiancare i cinque gruppi più coinvolti (Intesa, Fineco, Fideuram, Credem e Sparkasse) si sono unite realtà come la Cassa di risparmio di Volterra, la Banca Popolare Puglia e Basilicata, il Gruppo Iccrea e Cassa Centrale, a cui fanno riferimento molte Bcc e casse di risparmio coinvolte, ma anche Banca Profilo e Banca Consulia solo per citare alcuni nomi. Un accordo di massima sullo schema insomma ci sarebbe, tuttavia le banche avrebbero chiesto alcune “piccole condizioni correttive”, una sorta di ultimo miglio, per realizzare un ribilanciamento degli oneri e per rendere più equilibrata, dal loro punto di vista, l'operazione. Il salvataggio di sistema ricordiamo che prevede la divisione in cinque di Eurovita, con la cessione di analoghi rami di azienda ai big di mercato (Generali, Poste Vita, Intesa Sanpaolo Vita, Unipol e Allianz) con i collocatori che dovrebbero farsi carico di eventuali riscatti dei clienti.

Come? Anticipando la liquidità necessaria a rimborsare agli assicurati il valore di riscatto delle polizze (che sarebbe a opera della compagnia subentrante) e ricevendo in cambio i titoli sottostanti al contratto assicurativo (che spesso sono minusvalenti). Ora i gruppi bancari sono in attesa di una risposta da parte delle compagnie al loro piano revisionato e auspicano, in sostanza, che venga accolta la loro nuova proposta e che i big delle polizze si siedano al tavolo per trovare il compromesso finale, entro fine maggio, in modo che ogni banca possa poi sottoporre l'ipotesi di accordo ai propri Cda.

Sempre sul quotidiano di Confindustria si legge che, i ritocchi, chiesti “in modo costruttivo”, pare che riguardino in particolare il nodo riscatti, su cui si chiede maggior bilanciamento per rendere l'ipotesi più digeribile anche per le piccole e medie realtà bancarie. L'importante, come ricordano anche i rappresentanti dei consumatori, è che si arrivi ad un rapido accordo: il blocco dei riscatti dura fino al 30 giugno. L'Ivass potrebbe concedere un altro mese (o forse due) a condizione che sia tutto prospettato e ci siano impegni certi sul piano di massima. Ma il tempo stringe.

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