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Intesa Sanpaolo, pulizia dei conti e rivoluzione nell'asset management

3/28/2014 | Massimo Morici

Nel piano di impresa della banca, che ha chiuso il 2013 con una perdita di 4,5 miliardi a seguito di accantonamenti e svalutazioni, è prevista l’integrazione di ISPB in Banca Fideuram, di Fideuram AM Ireland in Eurizon Capital e di Fideuram Vita nel polo assicurativo. La Banca dei territori avrà un team di 2.000 pf


Pulizia dei conti per il gruppo Intesa Sanpaolo che vara l’atteso piano di impresa fino al 2017 che prevede l’aggregazione delle controllate nell’asset management, con l’obiettivo di un utile netto nel 2017 di 4,5 miliardi di euro. 

I CONTI DEL 2013
La banca guidata dal ceo Carlo Messina (nella foto) ha chiuso il 2013 con una maxi perdita di 4,5 miliardi, rispetto all’utile di 1,6 miliardi del 2013, a seguito di accantonamenti e svalutazioni per 5,8 miliardi al netto delle imposte. Escludendo le rettifiche di valore dell’avviamento e delle altre attività intangibili, si legge in una nota, il risultato è di 1,2 miliardi (-24,1%). Il conto economico consolidato del 2013 registra proventi operativi netti pari a 16,3 miliardi di euro, in diminuzione dell’ 8,9% rispetto ai 17,9 miliardi del 2012. In quest’ambito, nel 2013 gli interessi netti ammontano a 8,1 miliardi, in calo del 13,8% rispetto ai 9,4 miliardi  del 2012. Le commissioni nette sono pari a 6,1 miliardi di euro, in crescita del 12,8% rispetto ai 5,5 miliardi del 2012. In dettaglio, si registra un aumento dell’8,4% per le commissioni da attività bancaria commerciale e del 23,1% per quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza, nel cui ambito l’apporto da prodotti assicurativi cresce del 32,6%, quello da risparmio gestito del 26,2% e quello da intermediazione e collocamento di titoli del 2,2%.

Il risultato dell’attività assicurativa ammonta a 796 milioni di euro, rispetto agli 828 milioni del 2012. Gli oneri operativi ammontano a 8,4 miliardi di euro, con un calo del 6,3% rispetto agli 8,9 miliardi del 2012, conseguente a una riduzione del 9,6% per le spese del personale e del 3,2% per le spese amministrative e a un aumento del 6,6% per gli ammortamenti. Conseguentemente, il risultato della gestione operativa ammonta a 7,9 miliardi di euro, in diminuzione dell’ 11,4% rispetto agli 8,9 miliardi del 2012, con un cost/income ratio nel 2013 al 51,3%, in confronto al 49,8% del 2012. Il complesso dei crediti deteriorati ammonta - al netto delle rettifiche di valore - a 31 miliardi di euro, in aumento del 9,1% rispetto ai 28,5 miliardi del 31 dicembre 2012. In quest’ambito, i crediti in sofferenza crescono a 12,9 miliardi di euro rispetto a 11,2 miliardi del 31 dicembre 2012, con un’incidenza sui crediti complessivi pari al 3,8% (3% al 31 dicembre 2012) e un grado di copertura del 62,5% (60,5% a fine 2012).

Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela (in crescita dell’1,1% a 803 miliardi), cala la raccolta diretta bancaria ammonta a 372 miliardi (-2,2%), mentre aumenta il complesso di raccolta diretta assicurativa e riserve tecniche a 93 miliardi (+14,3%) e la raccolta indiretta a 430 miliardi,  (+4%), grazie all’apporto del risparmio gestito che raggiunge i 259 miliardi, in aumento dell’ 11,7% rispetto al 31 dicembre 2012. I coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2013, considerando il nuovo regime, rispettivamente sono pari a 11,3% (Core Tier 1) e 12,2% (Tier 1).

Il PIANO INDUSTRIALE 2014 - 2017
Il piano industriale fino al 2017, che scaturisce dal coinvolgimento di tutta la banca e interviene su tutte le leve gestionali, punta su un business – mix focalizzato sulle commissioni al fine di poter fronteggiare anche scenari prolungati di bassi tassi di interesse. L’aumento della redditività, si legge nel piano, sarà assicurato mantenendo un basso profilo di rischio e grazie ai nuovi motori di crescita e alla migliore valorizzazione del business esistente.

In particolare, per quanto riguarda il risparmio gestito, prevede la creazione di tre poli, nel private banking, nell'asset management e nelle polizze. Il polo del private banking nasce dalla combinazione di Intesa Sanpaolo Private Banking (ISPB), Fideuram Investimenti e Banca Fideuram, che permette di creare una delle più grandi realtà del settore in Europa pronta ad espandersi all’estero anche attraverso partnership, con circa 5.700 private banker e 164 miliardi di euro di masse gestite a fine 2013. Per quanto riguarda l'offerta fuori sede della Banca dei Territori (le filiali di Intesa Sanpaolo), invece, il progetto Casa degli investimenti (per clienti affluent) prevede l’utilizzo di gestori Personal con patentino da pf, che saliranno da 850 nel 2013 a 2.000 nel 2017, iniziative di rafforzamento della repentino dei clienti e la migrazione delle masse su asset class con un miglior profilo di rischio / rendimento.

Sempre all'interno della Banca dei Territori, sarà costituita una nuova divisione, con il brand Banca 5, che si avvarrà di 3.000 gestori dedicati, forti di un’offerta di cinque prodotti chiave e circa 5 milioni di clienti "mass market". Il piano prevede infine, sul lato fabbrica prodotto, la nascita di un polo dell'asset management con l’integrazione di Fideuram Asset Management Ireland nel gruppo Eurizon Capital, che darà vita a uno dei principali gestori bancari in Europa, con presenza anche nel Centro Est Europa e in Cina, e un polo assicurativo che ingloberà le polizze Intesa Sanpaolo VitaFideuram Vita, permettendo di creare uno dei principali player del settore in Italia, con riserve per 93 miliardi di euro e premi per 20 miliardi a fine 2013.

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