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Banca Mps torna in utile

8/7/2015

Dopo le pesanti perdite dello scorso anno l'istituto senese chiude il semestre con un utile di 194 milioni di euro. Il risparmio gestito cresce del 7%


Banca Mps chiude il semestre con un utile di 193,6 milioni di euro rispetto alla perdita di 353 milioni di euro del 2014. Il secondo trimestre 2015 conferma il ritorno alla redditività già evidenziato nel primo trimestre, con un utile netto di 121 milioni di euro. Al risultato hanno contribuito sia il margine di interesse, in crescita a 1,1 miliardi (+20,6% per effetto dei Monti bond), sia le commissioni nette di 927,1 milioni (+6,4%). I ricavi totali sono aumentati del 25,3% a 2,4 miliardi da 1,9 miliardi del primo semestre 2014. Fabrizio Viola, a.d. dell’istituto senese, ha ricordato che il ritorno all’utile "viene dopo una serie di trimestri negativi". Il manager ha poi sottolineato la "solidità del core business" e la "situazione patrimoniale e di liquidità migliorata".

Il Total Capital ratio passa, infatti, dal 13 di fine 2014 al 15,4% del 30 giugno 2015, mentre il Common Equity Tier 1 ratio sale dall’8,7% all’11%. Quanto ai valori patrimoniali, la raccolta diretta si mantiene sugli stessi livelli di quella di un anno fa a 126 miliardi, mentre la raccolta indiretta è cresciuta del 2% a 108 miliardi, sostenuta in particolare dal risparmio gestito a 54,5 miliardi (+6,7%). “Se Mps non avesse avuto la cura che ha avuto e la capacità di fare il percorso fatto, forse non sarebbe a questo punto. Siamo stati capaci, con le nostre gambe e con quelle del mercato, di tornare a essere una banca totalmente privata” ha detto il presidente uscente Alessandro Profumo. 

Ad oggi gli altri azionisti rilevanti di Mps, stando ai dati della Consob aggiornati al 5 agosto, sono il Tesoro il con il 4,024% del capitale, People’s Bank of China (2,004%), Btg Pactual (3,130%), Axa (3,17%) e Fintech (4,5%). Viola ha aggiunto che dopo la vendita di 1,3 miliardi di sofferenze, la banca sta gestendo una seconda cessione per un altro miliardo. Quanto alla vertenza Nomura sul caso Alexandria, alla data di lunedì 3 agosto il valore dello strutturato era di 750 milioni; in caso di chiusura dell'operazione "non ci sarebbe un impatto sul conto economico" ha assicurato il vice d.g. Bernardo Mingrone.

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